Tutti in piazza in favore delle “unioni civili”. Ma nonostante il gran numero di sigle e lo schieramento di polizia, di manifestanti davanti ai portici del grano non se ne sono visti poi tantissimi. Segno evidente che, nonostante il centro fosse piuttosto popolato di persone desiderose di godersi un sabato pomeriggio tranquillo o di shopping, Parma non sente il bisogno, almeno tra le priorità, di una legge per le coppie di fatto od omosessuali.
#SvegliatItalia!, la manifestazione organizzata in tutto il Paese in vista della discussione in Parlamento del disegno di legge sulle unioni civili, a Parma ha avuto anche il patrocinio del Comune, e ha visto un piazza oltre un centinaio di persone tra coppie, single e bambini con volantini e sveglia in mano. “Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità pur pagando le tasse come tutti”, sostengono i manifestanti. Tra loro gli aderenti ad associazioni come Agedo Parma, Tuttimondi, Famiglie Arcobaleno, Comunità Vetero Cattolica Marta di Betania e Tommaso Apostolo Parma, L’ottavo Colore, Pasionaria, per i quali si tratta di “una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni”.
Slogan e la lettura di alcuni brani sul tema dei diritti civili hanno caratterizzato il pomeriggio, che ha visto anche la presenza del sindaco Federico Pizzarotti, del vicesindaco Nicoletta Paci e del deputato Giuseppe Romanini.
Ma la questione unione civili infiamma sempre più la polemica, tra chi punta a estendere il matrimonio a tutti, anche alle coppie dello stesso sesso, e chi invece è determinato a difendere la famiglia tradizionale, peraltro con Costituzione alla mano. Tra questi le “Sentinelle in piedi”, che stamani in piazza della Steccata hanno manifestato contro il disegno di legge sulle unioni civili che a breve sarà all’esame del parlamento.
Lega Nord: è stato un flop
“Ancora una volta abbiamo assistito a quanto l’Amministrazione Pizzarotti sia lontana dai propri cittadini – il commento di Maurizio Campari, segretario Lega Nord Parma -. Il flop che la manifestazione Sveglia Italia Parma ha avuto sia come contenuti che come numero di persone presenti all’evento dimostra che anche sul tema delle unioni civili i parmigiani non condividono la posizione dei Cinque Stelle. Questo non ci sorprende perché tali posizioni sono perfettamente sovrapponibili, come sempre quando si tratta di posizioni ideologiche di estrema sinistra, a quelle del governo Renzi. Oltre a questa sonora bocciatura, politica, va inoltre sottolineato – aggiunge Campari – il fatto che il Comune di Parma ha dato il patrocinio alla manifestazione ed il vice sindaco Nicoletta Paci ha partecipato ufficialmente all’evento in rappresentanza del Comune stesso e di tutti i parmigiani. Ancora una volta quindi si dimostra l’inopportunità delle scelte di questa Giunta e la divergenza con la volontà di chi dovrebbe essere da loro rappresentato”.
Forza Nuova: unioni impossibili
“Il matrimonio omosessuale non può esistere giuridicamente e non è necessario – tuona Aldo Cesari, coordinatore di Forza Nuova -. Da Costituzione, in Italia, non si può introdurre il matrimonio gay, ma non per questo gli omosessuali sono discriminati nei loro diritti fondamentali, nonostante le menzogne messe in circolazione dalle comunità lgbt e sinistre varie. Dobbiamo fare un distinguo d’obbligo – prosegue Cesari – quello tra i diritti fondamentali, attribuiti ad ogni persona in quanto tale, come l’integrità fisica, la libertà o l’educazione, e i diritti accessori, che sussistono in determinate circostanze, come per esempio il diritto al voto compiuti i diciotto anni”.
“Agli omosessuali è quindi negato – spiega Cesari – il ‘diritto’ di coniugio perché incapaci giuridicamente di contrarre matrimonio, che ricordo essere un’istituzione che prevede per sua stessa natura complementarietà sessuale, procreazione ed educazione dei figli”.
Cesari inoltre accusa Arcigay e comunità LGBT di egoismo e progressismo da fantascienza: “Un bambino è un soggetto di diritto e non un oggetto di diritto. Nemmeno una coppia etero può affermare che un bambino sia un diritto, perché esso è un dono; figuriamoci una coppia gay, che per sua stessa natura è sterile. Inoltre la convenzione ONU per i diritti dell’infanzia afferma il principio superiore dell’interesse del bambino, che in questo caso è l’avere una madre ed un padre. I ‘crociati’ che parificherebbero la famiglia natale con quelle frutto della neo-ingegneria sociale cosa rispondono? Il nuovo mondo da loro promosso – conclude Cesari – passa per la cancellazione dei dualismo maschio/femmina, naturale/innaturale, morale/immorale. A queste storture ideologiche lo stato dovrebbe rispondere con la tutela sociale per il rilancio della natalità nazionale, altro che ‘fanta’ diritti”.