Sulla questione Parma Gestione Entrate è stata presentata una interrogazione da parte del deputato Gianpiero D’Alia, di Area Popolare, al ministro dell’Economia e Finanza sulla base di alcune segnalazioni già individuate dal Movimento Nuovi Consumatori. La questione arriva così in Parlamento.
D’Alia dichiara che Pge non avrebbe i titoli per esercitare l’attività di riscossione dei tributi. Questa questione va oltre ai fatti di cui la magistratura sta indagando, ossia usura peculato e falso ideologico che ha coinvolto il presidente Tosi, l’amministratore delegato Giannoni e del direttore Allegri.
L’iscrizione della società all’albo dei soggetti abilitati ad effettuare attività di liquidazione e accertamento dei tributi, avvenuta il 6 novembre 2015, infatti non sarebbe valida dal momento che mancano i requisiti di legge. Stando all’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997 che disciplina un particolare servizio pubblico che interessa questo caso, le società miste a capitale pubblico e privato devono necessariamente o trasformarsi a capitale interamente pubblico o provvedere all’adeguamento previsto da una nuova norma, ossia iscriversi all’albo, anche a nome proprio, rispettare la disciplina e i principi ed i principi previsti.
Parma Gestione entrate S.p.a. avrebbe invece un capitale misto con un capitale sociale di soli 300.000 euro. La norma prevede che nei comuni tra i 100.000 e 200.000 abitanti – Parma ha 190.000 abitanti – il capitale della società di riscossione debba essere di almeno 5 milioni di euro interamente versati.
“Pertanto Pge non sembra avere i requisiti e le condizioni di legge – spiega Pellacini, consigliere comunale Udc -per essere soggetto legittimato alla riscossione delle entrate patrimoniali ed all’adozione di ingiunzioni fiscali”.
“Inoltre- ricorda Pellacini- c’è anche una responsabilità politica dell’amministrazione della città”. In una conferenza stampa in municipio l’assessore Marco Ferretti con Tosi e Giannoni avevano dichiarato “Abbiamo indetto questa conferenza per dissipare i dubbi dei cittadini. L’iscrizione all’albo ministeriale non è altro che una conferma dei requisiti societari di idoneità finanziaria, tecnica ed organizzativa”.
Quello che si chiede Pellacini in accordo con l’amico deputato Gianpiero D’alia è “Perchè Pge, non rispettando i requisiti di legge, è stata autorizzata ad esercitare la riscossione? Chiediamo pertanto la pronuncia del Ministero dell’Economia e Finanza sulla questione”