Una denuncia toccante sulla violenza contro le donne e una riflessione sul ruolo di ognuno in fatti che coinvolgono la comunità sono l’esperienza che hanno vissuto stamani le scuole di Fidenza, che hanno assistito allo spettacolo “Malanova”, tratto dallo sconvolgente e drammatico episodio di violenza subito da Anna Maria Scarfò, raccontato dalla vittima e dalla giornalista Cristina Zagaria nell’omonimo romanzo edito da Sperling & Kupfer.
La pièce – di Ture Magro e Flavia Gallo, con Ture Magro, una produzione SciaraProgetti – Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda – è inserita nel calendario delle manifestazioni dedicate alla Festa della Donna: “Fidenza singolare femminile”.
Al termine dello spettacolo, Ture Magro, l’assessore al Welfare, Alessia Frangipane, e Marilena Velicogna, volontaria dell’area scuola del Centro Antiviolenza, hanno dialogato con i ragazzi sul tema della violenza, non solo sessuale, alle donne.
“Malanova è uno spettacolo dai contenuti forti, che pur non portando in scena la violenza subita dalla protagonista, riesce a trasmettere tutto l’orrore vissuto da Anna Maria Scarfò. E’ un modo molto diretto di affrontare il tema e proprio per questo lo abbiamo scelto per le scuole. I ragazzi sono stati molto colpiti dalla storia e hanno partecipato attivamente al confronto. E’ importante diffondere la cultura della non violenza e del rispetto di genere perché purtroppo si tratta di un fenomeno presente anche nella nostra realtà ”, ha spiegato l’assessore al Welfare, Alessia Frangipane.
Le scuole che hanno partecipato alla mattinata sono: la scuola media “Mons. Vianello”, Enac, Istituto “Solari”, Istituto “Berenini”.
Trama
Salvatore e Giovanni giocano contando le case del paese. In un pomeriggio riescono a contarle tutte. I ragazzi crescono e le strade si dividono. Salvatore ha appena compiuto 17 anni ed è innamorato di Anna Maria. La spia sempre, cerca di farsi notare da lei, conosce ogni suo movimento e crede di conoscere ogni suo pensiero, ma Anna Maria raramente si accorge di lui. Lui non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi ed è sempre rimasto fermo a guardarla. Proprio nel momento in cui Salvatore decide di avvicinarsi ad Anna Maria per farle gli auguri, in occasione del13° compleanno della ragazza, un altro giovane uomo, Domenico, si accosta con l’auto, la chiama e le dichiara il suo amore.
E’ la notte di Pasqua del 1999 ed Anna, si allontana dalla messa per seguire Domenico, il suo innamorato. Quella sera Anna sarà vittima di uno stupro di gruppo che si perpetrerà per anni, tra minacce ed umiliazioni di ogni genere. La sua storia, la storia di Malanova, ribattezzata così dagli abitanti del paese, ce la racconta, Salvatore, che ricorda di averle voluto bene, di averla desiderata e di averla ritrovata dentro ad una storia di violenza squallida e sconvolgente, possibile tanto nel Sud, dove si è realmente consumata, quanto in tutti quei luoghi dove una vita violata può scorrere nella solitudine, nell’indifferenza e nella connivenza silenziosa. Mentre si snoda il racconto di una delle più grandi denunce per violenza mossa da una ragazzina ai danni di diverse persone, Salvatore attraversa a piedi le piazze e i vicoli stretti in cui si cela la storia, ascolta le donne parlare di matrimoni, battesimi e funerali, partecipa alle feste ed ai riti di sempre.
Malanova è una donna e, soprattutto, è una di quelle donne che ha violato le regole. Quale regole ha violato Malanova? In un mondo fatto di rispetto, Anna ha avuto compassione, un in mondo fatto di onore, Anna ha avuto il coraggio di difendere la propria dignità.
Salvatore, interpretando vari ruoli, ci fa rivivere tutta la storia, decide però di non raccontarci la violenza. Si interroga sulle cose viste e sentite, sul rispetto, sull’onore: “Cosa può accadere in circostanze remote in cui l’amore per la vita sovrasta la paura e la vergogna?”.