“Entro giugno il risarcimento agli alluvionati di Parma”. Questo l’impegno dell’assessore regionale Paola Gazzolo, che ha preso parte all’incontro con il Comitato alluvionati e la cittadinanza promosso dal sindaco Federico Pizzarotti e dal Comune di Parma al Centro giovani Montanara. La Regione attende al massimo entro giugno, infatti, l’ordinanza della Protezione civile nazionale che di fatto sblocca i fondi destinati ai cittadini che hanno subito danni a causa dell’esondazione del Baganza del 13 ottobre 2014. Sempre l’assessore Gazzolo ha poi rendicontato gli interventi fatti lungo gli argini per la messa in sicurezza della zona colpita dal disastro, per i quali sono già stati spesi 8,6 milioni di euro tra fondi regionali e statali. “La tabella di marcia – ha assicurato Gazzolo a una platea che manifestato chiaramente di non avere più pazienza – è stata perfettamente rispettata. Per la cassa d’espansione del Baganza, invece, a febbraio, è stata assegnata la progettazione e a settembre aspettiamo la valutazione d’impatto ambientale. Contiamo quindi di avviare il cantiere nel 2017”.
Soddisfatto il sindaco Federico Pizzarotti, accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi. In sala anche il senatore Giorgio Pagliari e i deputati Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini. Ai lavori hanno portato il loro contributo tecnico Francesco Capuano del Servizio tecnico dei bacini degli affluenti del Po, e Francesco Puma dell’Autorità di bacino del Po. Proprio Capuano, dopo aver ricordato che i lavori sono stati suddivisi in 5 lotti per una spesa complessiva di 2,58 milioni di euro, ha annunciato che con ogni probabilità i cantieri si concluderanno nel prossimo autunno.
Tra gli interventi realizzati nei territori compresi tra Parma, Collecchio, Sala Baganza e Felino, oltre all’adeguamento del canale, anche l’installazione di nuovi pluviometri e relativi sistemi di trasmissione dati per avere dati più certi e in tempo reale, che permettano poi di intervenire per tempo evitando nuovi disastri.
Non troppo soddisfatti, però, sono sembrati i cittadini riuniti nel Comitato alluvionati. Il presidente Pierluigi Saldina, tra l’altro, ha proiettato diverse foto che mostrano tra l’altro l’erosione dell’argine in via Varese e dopo il ponte della tangenziale.
WWF: al Baganza serve più spazio e non servono più insediamenti in golena
Sulla questione adesso interviene il Wwf di Parma con una nota:
Gli interventi sul Baganza continuano a riscuotere l’interesse dell’opinione pubblica a Parma e incontri come quello organizzato dal Comitato Alluvionati lo scorso venerdì 1 aprile sono occasioni importanti di confronto sulla gestione degli ambienti fluviali, che sarebbe utile estendere anche ad altri corsi d’acqua, a partire dal torrente Parma. Nello specifico di quanto emerso nell’incontro, il WWF conferma il giudizio già espresso sugli interventi nel tratto urbano. Per l’associazione ambientalista si tratta di modifiche che, per quanto difformi conquanto previsto dall’Autorità di Bacino per il resto dell’asta fluviale, sono giustificate dalla situazione di pericolosità dopo decenni di pianificazione urbanistica sbagliata. Infatti, mentre a monte della tangenziale di Parma sarà necessario ridurre la velocità della corrente, allargare il letto del Baganza e renderlo più naturale con rami secondari, isolotti, pozzi e altri elementi tipici del torrente, consentire l’apporto di sedimenti, mantenere la vegetazione che svolge una funzione positiva per il rallentamento della corrente, il consolidamento delle sponde e l’intercettazione di materiale trasportato dalle acque, nel tratto urbano la mancanza di spazio giustifica, in attesa delle casse d’espansione e altri interventi a monte, la scelta di dare una forma più regolare alla sezione, di ridurre la vegetazione spondale e di aumentare la velocità.
Restano tuttavia due aspetti fondamentali sui quali a un anno e mezzo dall’alluvione è necessario dare risposte chiare: la necessità di una riqualificazione complessiva ed integrata di tutto il bacino del Baganza, che dovrebbe essere contestuale al progetto di cassa d’espansione, e la soluzione dei problemi di cattiva gestione del corso d’acqua nel tratto urbano, che non può basarsi sulla sommatoria di risposte ad esigenza individuali, ma su una riqualificazione e un recupero delle fasce fluviali, per una maggiore sicurezza del territorio. La presenza di due insediamenti produttivi in golena, così come delle varie forme di occupazione abusiva delle fasce fluviali, è un problema che va risolto quanto prima, anziché essere consolidato con un’ulteriore canalizzazione del torrente, come invece qualcuno ancora chiede.
WWF Parma