Dichiarare al Fisco le proprie criptovalute è obbligatorio?
Se sei un cittadino italiano e possiedi un wallet o un conto su siti che consentono di effettuare operazioni di exchange con le criptovalute, gli importi posseduti e le eventuali plusvalenze effettuate con le diverse operazioni vanno dichiarate all’interno del modello Redditi PF. Sulla base dei redditi dichiarati verrà calcolato l’importo dell’imposta IVAFE da versare, che si dovrà obbligatoriamente pagare per rimanere perfettamente in regola con il Fisco.
In particolare, quanto detto si applica esclusivamente se il valore delle criptovalute contenute del conto supera la soglia di 2000€. Ciò è vero anche per le somme ricavate da eventuali plusvalenze realizzate tramite le operazioni di compravendite in criptovalute, così come per gli altre tipologie di proventi derivanti direttamente dalla detenzione, che prevedono l’obbligo di dichiarazione anche in questo caso se il guadagno maturato supera i 2000€.
Tutti i guadagni o i possedimenti inferiori a tale somma, infatti, vengono considerati irrilevanti dal punto di vista fiscale, e pertanto non devono essere presi in considerazione. Per assicurarsi di stimare correttamente l’entità dei guadagni maturati nel corso delle varie operazioni, è consigliabile prendere nota continuamente dell’esito finanziario di tutte le operazioni effettuate, in modo da evitare di commettere errori che potrebbero poi rivelarsi davvero fastidiosi e difficili da risolvere.
Per quanto concerne i conti aperti all’estero, è necessario compilare il quadro RW riportando correttamente tutte le informazioni riguardanti eventuali conti presenti su siti di Exchange aperti all’estero, così come quelle riguardanti wallet virtuali e chiavette private. Sulla base di tali informazioni verrà poi calcolato l’importo dell’imposta IVAFE da pagare.
Come si applica la tassazione sulle operazioni di exchange crypto?
Le varie operazioni di exchange crypto ( se ancora non ne hai uno, puoi trovare la lista dei migliori in questo sito ) vengono tassate seguendo delle precise disposizioni, delle quali è bene comprendere bene i meccanismi. A partire dal 1 gennaio 2023, le normative vigenti prevedono che ad essere tassabili siano soltanto gli scambi che generano una plusvalenza in denaro contante, e dunque non sono soggetti a tassazione gli scambi effettuati esclusivamente da cripto a cripto. Sono invece soggetti a tassazioni le cessioni di cripto che generano proventi in euro, a patto che il guadagno superi la soglia dei 2000€.
Per quel che concerne il possedimento delle criptovalute, sono tassabili qualsiasi tipologia di guadagno maturato e di proventi con la semplice detenzione, ma anche in questo caso la somma di tutti i proventi maturati dovrà superare i 2000€ nel complesso. È tassabile infine anche la semplice conversazione delle criptovalute in euro, così come la conversione in valuta fiat.
Risulta, quindi, impossibile tassare direttamente le cripto possedute, ma sono soggette a tassazione esclusivamente le somme in euro maturate da tutte le operazioni che le riguardano. Se si desidera approfondire la legge che regola la tassazione delle criptovalute è possibile consultare il sito delle agenzie delle entrate, dove potranno essere reperite informazioni precise e ad alta affidabilità sull’argomento.