Facevano prostituire ragazze da tutta Europa in pieno lockdown: quattro arresti e...

Facevano prostituire ragazze da tutta Europa in pieno lockdown: quattro arresti e locale sequestrato

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Avevano organizzato un vero e proprio giro di prostituzione – con ragazze italiane, marocchine, colombiane e rumene – che aveva come riferimento principale un locale di via Monte Sporno – l’Apollo XI – all’interno del quale i clienti consumavano rapporti sessuali a pagamento, anche durante il periodo del lockdown, incuranti delle regole e dei rischi di contagio.

Quattro cittadini italiani – tre domiciliati a Parma e uno in provincia di Reggio Emilia – sono stati arrestati nella mattinata del 6 aprile dai carabinieri del Reparto Operativo di Parma, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Due si trovano agli arresti domiciliari e gli altri due in carcere.

Secondo le indagini – portate avanti dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma e dalla Pm Arienti – un locale, che risultava ufficialmente come circolo ricreativo, era utilizzato dalle ragazze per gli incontri con i clienti, che pagavano sia il privè che le stesse ragazze. Gli sfruttatori percepivano soldi dalle giovani che facevano prostituire: il giro d’affari illeciti è stato quantificato in circa 100 mila euro per il solo 2020. Gli approfondimenti investigativi erano iniziati nel 2016, dopo le dichiarazioni di una ragazza polacca, che si prostituiva all’interno del locale e che aveva deciso di raccontare tutto ai carabinieri.

Nel 2020 – in piena pandemia – gli investigatori hanno accertato che all’interno del locale l’attività di prostituzione proseguiva senza sosta, violando tutte le regole relative al rischio contagio, oltre che le restrizioni imposte per limitare la diffusione del Covid-19. Le ragazze, che risultavano come socie dell’associazione, provenivano dalla Romania, dalla Colombia e dal Marocco, oltre che da varie regioni italiane.

Durante il periodo del lockdown gli incontri si svolgevano nel primo pomeriggio e non la sera: le insegne esterne erano state tolte per non destare sospetto, alcune telecamere controllavano l’area esterna per verificare l’eventuale presenza di pattuglie della polizia. Gli incontri potevano durare una ventina di minuti: il costo per il cliente, in questo caso, era di circa 70 euro e altri 100 per la ragazza. I clienti potevano pagare con i contanti ma anche attraverso il pos.

I quattro arrestati, secondo l’accusa, gestivano il giro di prostituzione: davano istruzioni precise alle ragazze – che accoglievano i clienti all’inteno dei quattro privè del locale – si occupavano di accompagnarle con un’auto e mettevano a disposizione anche due appartamenti a Parma, sempre per la consumazione dei rapporti sessuali a pagamento. I due gestori effettivi del locale, le cui iniziali sono N.A. e .P.L., sono in carcere mentre i due collaboratori, le cui iniziali sono M.M. e S.A. sono ai domiciliari.

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