Schia, dopo cinque giorni sospese le ricerche di Andrea Diobelli

Schia, dopo cinque giorni sospese le ricerche di Andrea Diobelli

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Si sono interrotte sabato dopo cinque giorni senza di ricerche incessanti, nonostante le condizioni climatiche avverse, le ricerche di Andrea Diobelli, il 52enne manager della Daviness, disperso da martedì scorso in zona Schia-Monte Caio.


La decisione è stata presa dalla prefettura unitamente agli operatori del corpo nazionale soccorso alpino e speleologico di Parma, Reggio Emilia e Modena, vigili del fuoco, carabinieri forestali e protezione civile e condivisa dai sindaci di Palanzano e Tizzano a causa del rischio valanghe molto elevato.

Sulle tracce di Diobelli, 52enne originario del mantovano trasferito in città dopo la separazione dalla moglie, si sono messi anche il fratello e i due figli già da martedì, insieme ai soccorsi.

Triatleta, alpinista molto esperto, si erano perse le tracce il 28 dicembre dopo che nel pomeriggio aveva parcheggiato la propria auto nei pressi del rifugio di Schia per salire verso il Monte Caio: una zona che Diobelli conosce molto bene, e da dove si lanciava spesso col parapendio.

Le ultime tracce, nei pressi del Grande Faggio: il centro operativo è stato allestito a Pian della Giara, e li si sono affollati anche amici di Diobelli, alpinisti esperti, per dare una mano.

A dare l’allarme, la mattina seguente, era stata la fidanzata di Diobelli con la quale l’uomo aveva un appuntamento. Tutto inutile, i cinque giorni di ricerche, il tentativo di sorvolo della zona da parte di un elicottero dei vigili del fuoco decollato da Bologna. Le operazioni sono sospese fino a quando non ci saranno standard di sicurezza accettabili.

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