Un film di successo di qualche anno fa, 1999 per la precisione, con regia di Sofia Coppola, figlia del grande Francis Ford regista notissimo. Il Giardino delle Vergini Suicida trae ispirazione da un romanzo di Jeffrey Eugenides ed è ambientato nel 1974 in un quartiere periferico del Michigan.
La trama de Il Giardino delle Vergini Suicide è piuttosto complessa dal punto di vista psicologico: i sentimenti predominanti in tutta la pellicola sono perbenismo e bigottismo di quell’epoca (inizio degli anni ’70). Protagonista del film è una famiglia composta da madre, padre, e cinque figlie femmine.
All’interno della famiglia viene evidenziata in modo magistrale una attenzione spasmodica a tutto ciò che è formalismo, evitando quindi qualunque cosa possa andare ad infangare il nome della famiglia stessa: il tutto senza tenere in considerazione passioni e necessità delle cinque giovani ragazze (tutte tra i 13 ed i 17 anni).
Una sorta di castello di carta che a lungo andare finisce per crollare e per prendere risvolti drammatici: la vita fatta di impedimenti e rinunce all’interno di una gabbia dorata cui sono costrette le ragazze finisce per il generar loro sofferenza enorme e disagi di natura anche psicologica.
Il messaggio contro il bigottismo
Il che porta a tentativi di suicidio da parte delle ragazze, che mal sopportano il modo malsano di manifestare l’amore all’interno della famiglia. Episodi che non fanno altro che acuire l’educazione rigida e possessiva da parte dei genitori, in una spirale di rinunce ed impedimenti che trova riscontro in una crescente insoddisfazione da parte delle giovani.
Le vicende finiranno per prendere una piega sempre più drammatica che porterà a fine film le cinque sorelle a suicidarsi con modalità differenti (da cui il titolo del film e prima ancora del romanzo). Un film di denuncia contro bigottismo e ipocrisia che trae spunto da una storia vera, accaduta nell’America borghese e benpensante del 1974 alle prese con il fanatismo religioso.
Un film per certi versi inquietante, forte, che trae spunto da un romanzo di successo a sua volta ispirato ad una storia vera e che lancia un messaggio importante di denuncia contro un modo bigotto di pensare e di affrontare la vita.