Durante le prime ore della mattina di Domenica 15 Luglio 2018 si è consumato un tentativo di omicidio, da parte di un uomo, ai danni della compagna di lunga data, all’interno della propria abitazione sita in Strada Argini Enza, 71.
Intorno alle 5.00 della mattina di ieri, a seguito di litigio, la donna scappava dalla camera matrimoniale per cercare rifugio nella camera da letto delle figlie dove veniva raggiunta dal compagno P.C., classe 1952, da Cagliari, il quale esplodeva un colpo di pistola attingendola al volto.
Svegliati dall’esplosione i figli maschi intervenivano con prontezza e trovando il loro padre sul ballatoio, ancora con l’arma in mano, lo affrontavano e dopo un violento parapiglia, a seguito del quale partiva anche un colpo che andava ad attingere il soffitto, riuscivano a disarmarlo.
L’uomo, in preda al suo raptus omicidiario, recuperava ed impugnava un grosso forcone, con il quale tentava di raggiungere nuovamente la camera delle figlie, nel frattempo svegliatesi e resesi conto di quanto accaduto, nell’estremo tentativo di colpire nuovamente la propria compagna. P.A. classe 1966, da Reggio Emilia.
Fortunatamente i figli maschi riuscivano a disarmare il genitore anche in questa occasione; l’uomo spaventato dalle urla dei figli che dopo aver chiamato i soccorsi minacciavano di chiamare il 113, si dava alla fuga, abbandonando la casa familiare e trovava riparo in una adiacente villa padronale, di pertinenza sempre dello stesso terreno all’interno del quale è ubicata l’abitazione di P.C..
Allertati dal 118, gli uomini della Squadra Volante, si precipitavano sul posto dove, appreso dai figli della coppia di quanto accaduto, avuta notizia della presenza di armi da fuoco ed accertato che l’uomo si era barricato in una vicinissima costruzione dalla quale potenzialmente avrebbe potuto attingere ancora tutti i presenti, creavano un corridoio di sicurezza per i militi del 118, affinché questi ultimi potessero fornire soccorso alla donna attinta al volto.
Permesso ai militi di evacuare la vittima, gli operanti, tenendo al riparo tutti i presenti, si concentravano sulla villa padronale nella quale P.B. aveva trovato riparo. L’uomo recatosi sul tetto della medesima, minacciava di gettarsi nel vuoto e contestualmente ingeriva del liquido da un contenitore che aveva in mano.
Nel tentativo di bloccare l’uomo e di impedirne il minacciato suicidio, gli operatori sfondavano, con non poche difficoltà, le porte di accesso alla villa, penetrandovi.
L’uomo, dal tetto, si spostava nella zona retrostante dello stesso, e scivolando precipitava, dopo un volo di circa 8 metri nel terrazzo sottostante.
Gli operatori delle Volanti entrati nella costruzione, raggiungevano il secondo piano, piano nel quale era ubicato il terrazzo sul cui P. C. era precipitato; qui, dopo aver forzato poiché bloccata, dall’interno verso l’esterno, lamassiccia persiana che permetteva di uscire sul balcone stesso, raggiungevano l’uomo, le cui condizioni apparivano da subito molto gravi. soccorrendolo unitamente a personale del 118.
Si riusciva inoltre a capire che l’uomo, una volta sul tetto, aveva ingerito del liquido detergente per le normali pulizie di casa.
Sul posto gli operatori della Squadra Volante, ricostruivano tutta la vicenda mediante l’escussione di tutti i presenti, i 4 figli della coppia e la fidanzata di uno di essi e recuperavano l’arma da fuoco con la quale P.C. aveva sparato alla moglie nel tentativo di ucciderla.
L’arma risultava essere una pistola semiautomatica cal. 7,65, avente matricola abrasa arma che veniva sequestrata anche per i successivi accertamenti inerenti la provenienza
Sul posto, oltre a personale della Squadra Volante, si recava anche il funzionario reperibile della Questura, Dott. MASTORCI e, poco dopo anche il P.M. di turno, Dr.ssa Daniela NUNNO che assumeva il coordinamento delle indagini.
Al termine di tutte le attività di sopralluogo svolte dalla Polizia Scientifica, di repertazione e di ascolto dei testi, P.C. veniva tratto in arresto per tentato omicidio e per detenzione abusiva di arma clandestina e ricettazione, attualmente piantonato dalla Polizia Penitenziaria presso il locale Ospedale Maggiore.
Nel corso della vicenda nessun’altra persona riportava lesioni, eccezion fatta per uno dei figli che, nel tentativo di disarmare il padre, riportava una leggerissima ferita nell’incavo di una delle mani.
Alla base del folle gesto parrebbero esserci dissapori familiari ancora in fase di valutazione.
Al momento la donna risulterebbe essere fuori pericolo mentre le condizioni del compagno risulterebbero ancora gravi.