Si allungano i tempi per la riparazione del Ponte sul Po fra Colorno e Casalmaggiore, tanto che già qualcuno grida alla beffa e lancia una petizione per chiedere alle istituzioni di “salvare il territorio”. E’ Amo Colorno a muoversi in questa direzione e il motivo lo spiega il suo coordinatore Nicola Scillitani: “L’infinita vicenda del ponte sul Po, chiuso da ormai 10 mesi si è arricchita dell’ennesima beffa. La tanto sperata riparazione provvisoria è ancora una volta stata rinviata e la data preventivata a maggio 2019 ora è diventata agosto-settembre 2019. Se da una parte costruire un ponte nuovo richiederà diversi anni e la riparazione dovrà aspettare tutto il corso della burocrazia; dall’altra i cittadini del territorio, commercianti e pendolari in primis, non possono più attendere oltre“.
“Già diversi mesi fa, chiesi alle istituzioni locali di impegnarsi al fine di rendere meno “sofferente” l’attesa dei commercianti e dei pendolari, mettendo in atto delle soluzioni tampone quali sgravi regionali Irap, sgravi Tari e di riconoscere al ponte sul Po lo status di “strada ciclo-pedonale”, magari realizzando un’area di bike-sharing nei pressi del piazzale del ristorante Lido – ricorda ancora Scillitani -. Queste mie richieste non furono prese in considerazione e se fossero state attuate ora il disagio sarebbe decisamente inferiore e l’attesa meno pesante da sopportare”.
Non poteva quindi non arrivare un nuovo e pressante appello a Comune, Provincia, Regione e Stato – in particolare al nuovo ministro per le infrastrutture – per dare corso alle richieste rimaste ferme sul tavolo. Su questa iniziativa, Amo Colorno chiede “il sostegno di tutte le forze politiche locali, e di quei comitati e quelle associazioni che si stanno impegnando per la chiusura del Ponte“. E lancia la petizione “Salviamo il Territorio” da inviare a tutte le istituzioni interessate.