Ancora troppi aborti (oltre 900 a Parma), la Lega attacca i Consultori:...

Ancora troppi aborti (oltre 900 a Parma), la Lega attacca i Consultori: aiutino invece di uccidere

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Nel 40° anniversario della legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, l’aborto per parlar facile, a Parma continuano a non nascere oltre 900 bambini all’anno. E l’Emilia Romagna tocca negli ultimi anni il numero minimo di piccoli venuti alla luce. Nel 2016, ultimo dato disponibile, fra strutture dell’Ausl e dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma, non sono venuti al mondo 935 bambini, appena qualcuno in meno rispetto ai 956 del 2015 e dei 996 del 2014.

Non tutti i medici però sono disponibili. All’Ausl di Parma su 15 ginecologi impiegati nel 2016, 6 sono obiettori, e il numero sale fra gli anestesisti: ben 20 su 26. Nell’Azienda ospedaliero universitaria, invece, solo 7 ginecologi su 26 hanno dichiarato la loro obiezione di coscienza, mentre gli anestesisti sono solo 2 su 14.

Ma chi certifica la volontà di procedere all’interruzione volontaria di gravidanza? Il 70% delle certificazioni in provincia di Parma vengono dal Consultorio pubblico, mentre il 15,9% è del medico di fiducia.

Un dato ripreso alla Camera dalla deputata emiliana della Lega, Elena Murelli, intervenuta sul tema “La legge sull’aborto in Italia a 40 anni dalla sua introduzione. Bilancio e valutazioni”. Murelli chiama in causa proprio i Consultori.

«L’aborto non va usato come contraccettivo. I consultori aiutino le donne e non siano centri per interrompere una vita. Siano luoghi dove le donne possano trovare un aiuto, essere affiancate in un percorso che può portare anche all’adozione», ha detto Elena Murelli, che ha pure citato Madre Teresa: «Se una madre è capace di uccidere il proprio figlio che cosa impedisce a noi di scannarci l’uno con l’altro? L’aborto è la più grande minaccia alla pace del mondo di oggi».

Sono stati ricordati i 6 milioni di bambini non nati dall’adozione della legge «un numero – ha affermato Murelli – che avrebbe certo favorito il contrasto alla denatalità in Italia e fatta venire meno la posizione di chi giustifica l’immigrazione per far aumentare la popolazione». Secondo Murelli «la donna non può decidere di non mettere al mondo una vita nel nome della libera scelta, perché così si sconfina nell’egoismo. L’embrione è già una vita».

I dati indicano che la legge 194, dalla sua introduzione, ha visto la diminuzione degli aborti da 238mila e 85mila. La maggiore incidenza, però, si ha delle adolescenti tra i 15 e i 16 anni e fra le donne straniere. Secondo Murelli, un fallimento della cosiddetta “buona scuola” che non sa fare adeguata educazione sessuale.

«Continuerò a battermi per i diritti delle donne, per l’assistenza al lavoro, per la famiglia, per la salute, per l’assistenza sociale e per i diritti dei bambini prima che diventino “non nati”», conclude Murelli.

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