Lavoro nel carcere di Parma, il progetto sarà presentato alla Camera dei...

Lavoro nel carcere di Parma, il progetto sarà presentato alla Camera dei deputati

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carcerePortare lavoro tra i detenuti di via Burla, questo il focus del progetto “Sprigioniamo il lavoro”, che il prossimo 23 marzo varcherà le porte della Camera dei Deputati.  A presentare il progetto saranno i sottosegretari di Stato al Ministero della Giustizia Gennaro Migliore e Cosimo Maria Ferri, l’onorevole Patrizia Maestri, il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo, il garante dei detenuti del Comune di Parma Roberto Cavalieri, il direttore degli istituti penitenziari di Parma Carlo Berdini, e il presidente della Fondazione Cariparma Paolo Andrei. 

Al progetto, sostenuto dal Ministero della Giustizia e dal Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria, hanno aderito la Confederazione nazionale dell’artigianato di Parma e l’Unione parmense degli industriali.

Il progetto prenderà il via il prossimo aprile, quando sia soggetti imprenditoriali singoli che associati avranno la possibilità di presentare le proposte di lavoro nel carcere parmense attraverso la compilazione di un form sul sito www.sprigioniamoillavoro.it

I progetti saranno selezionati in base all’impatto del progetto nel carcere, soprattutto in termini di numero dei detenuti assunti, ma anche secondo la solidità dell’idea imprenditoriale in termini di durata nel tempo e la presenza di un’analisi di sostenibilità tecnico-economica-ambientale di medio periodo. Sarà poi la Fondazione Cariparma a valutare le forme di sostegno ai progetti reputati idonei.

Intanto, un’interrogazione alla giunta del presidente Stefano Bonaccini è stata presentata dai consiglieri regionali del Pd, Barbara Lori, Massimo Iotti e Alessandro Cardinali dove è stato chiesto se si è a conoscenza delle decisioni del Governo e delle motivazioni del provvedimento con cui la Scuola di formazione e aggiornamento del personale penitenziario di Parma è stata declassata ad articolazione territoriale non dirigenziale. I consiglieri chiedono inoltre alla Regione di attivarsi per chiedere un dietrofront sul provvedimento.

 

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