Spiace che un’iniziativa come quella della vigilanza scolastica con l’ausilio dei richiedenti asilo sia rimbalzata alle cronache più per l’avversione miope di una precisa parte politica che per il suo obiettivo di inclusione e integrazione a beneficio della nostra comunità. Perché di questo si tratta: di unire le forze dei volontari di Auser a quelle di persone che, accolte nel nostro territorio, si mettono a disposizione per un servizio utile a tutta la città, sgravando così anche gli agenti della Polizia Municipale per altri interventi.
Persone con un nome e con una storia alle spalle: si tratta di giovani, per lo più tra i 20 e i 30 anni, spesso fuggiti dai propri Paesi non per scelta ma per necessità, lasciando famiglie e i propri lavori precedenti, e che da qui stanno cercando di ripartire. Ex sarti, saldatori, panettieri, commercianti e perfino un ex vigile urbano che si sono messi a disposizione come risorsa attiva per la città con una logica di restituzione per l’accoglienza ricevuta. Persone che sono state selezionate secondo le competenze linguistiche e attitudinali necessarie per relazionarsi con i bambini e con i “nonni vigili” che affiancheranno e formate dalla Polizia Municipale per svolgere al meglio il servizio di vigilanza. Tutto nel rispetto delle disposizioni del Decreto Minniti, del Piano Nazionale d’Integrazione del Ministero dell’Interno e del Protocollo Regionale in materia di iniziative utili per l’impiego volontario di richiedenti protezione internazionale in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali.
Nessuno “sconosciuto”, nessun “folle accordo”, come sostiene la Lega. Ci spieghino: quale sarebbe il grave rischio concreto “sulla pelle dei nostri ragazzi”? E’ evidente che a temere la pelle sono solo i soliti schieramenti di destra che sulle tematiche dell’immigrazione non smentiscono le proprie posizioni strumentali e approssimative.
Grave è invece che rappresentanti delle istituzioni, non curanti del proprio ruolo, utilizzino la parola “clandestini” impropriamente – non si spiega poi con quali strumenti di previsione – per riferirsi a coloro che allo stato dei fatti sono regolarmente accolti nel nostro territorio come richiedenti asilo. Non ha forse imparato la lezione quello stesso partito già condannato dai tribunali per questo comportamento denigratorio?
Per noi non è accettabile che adesso qui a Parma amministratori come l’esponente della Lega Cavandoli, parlamentare nonché avvocato, facciano lo stesso. C’è un limite alle strumentalizzazioni politiche e non accettiamo che venga travalicato a scapito di un’iniziativa che ha visto un lavoro di rete tra l’amministrazione, l’Associazione Nigeriana di Parma e Provincia, Auser e i Centri di Accoglienza Straordinaria, Svoltare e Gruppo Umana Solidarietà per collaborare nell’interesse di Parma. Una città che sta facendo dell’inclusione un tratto distintivo e uno strumento a servizio delle persone che la vivono. Tutte, da quelle che vi sono nate a quelle che oggi ne compongono il tessuto sociale.
Questa è la buona politica che Effetto Parma rivendica e che i cittadini sanno distinguere da chi si mostra capace di denigrare un’iniziativa positiva solo per raccattare consenso fomentando chiusura e xenofobia.
Gruppo consiliare Effetto Parma