Era la notte tra il 24 e il 25 gennaio quando Florentina Nitescu si allontanò dalla casa di Albareto che divideva col compagno, Paolo Devincenzi.
Fu lui stesso a dare l’allarme, raccontando di una violenta lite.
Da quella notte sono passati tre anni, il loro bimbo è cresciuto, Florentina è stata cercata in ogni angolo: in Italia, in Romania, il Libano e Spagna. Si è indagato per allontanamento volontario, prima.
Poi i fari delle indagini hanno puntato sul compagno, unico indagato per (presunto) omicidio: solo lui secondo gli inquirenti avrebbe potuto uccidere la donna, il cui corpo è stato cercato ovunque, anche scoperchiando e ribaltando bare recentemente sepolte dalla compagnia di pompe funebri di Devincenzi.
E’ stato ascoltato e riascoltato, ha risposto, mai un tentennamento, probabilmente. O forse si, ma mai il crollo nonostante la famiglia della donna continui ad accusarlo di aver ucciso Florentina e averne occultato il cadavere.
Sono stati utilizzati i più moderni sistemi di rilevamento, sono intervenuti Ris e squadre scientifiche, persino una medium che ha guidato gli inquirenti in una parte “vergine” della nuova ala del cimitero.
Ma nulla.
Se Florentina è sparita, lo ha fatto bene.
Se è stata uccisa, chi lo ha fatto ha trovato il delitto perfetto. Ai primi di marzo scatterà l’ultimo termine concesso a Giuseppe Amara, pm delle indagini, per continuare nel proprio lavoro.
Poi, Florentina diventerà uno dei tanti casi irrisolti, uno dei tanti misteri senza risposta.