A Fidenza un caso di Leishmaniosi cutanea sull’uomo, scattano controlli sui cani

A Fidenza un caso di Leishmaniosi cutanea sull’uomo, scattano controlli sui cani

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La Leishmaniosi ha colpito un essere umano a Fidenza ed è subito scattato il protocollo regionale per affrontare l’emergenza. L’Ausl di Parma ha subito informato l’Ordine dei Veterinari di Parma per avviare subito controlli del caso nei cani residenti nel raggio di 300 metri dal luogo del presunto contagio. Si invitano inoltre i proprietari a sottoporre i propri cani agli esami del sangue. Le analisi verranno effettuate dall’Istituto zooprofilattico di Parma.

La leishmaniosi è una grave malattia parassitaria trasmessa pricipalemente ai cani da piccoli insetti (flebotomi o pappataci) di aspetto simile a quello delle zanzare, attivi nella stagione calda (da maggio a ottobre), nelle ore serali e durante la notte. La malattia si manifesta con un generale deperimento delle condizioni fisiche del cane che in fase avanzata va incontro a insufficienza renale e muore. La Leishmaniosi ha infatti una mortalità molto alta negli animali, ma anche nell’uomo – rarissimo il contagio – non deve essere sottovalutata.

Nel decennio 2000-2009 in Emilia-Romagna si sono registrati solo 3-4 casi di leishmaniosi viscerale e 2-3 casi di leishmaniosi cutanea per anno mentre il report elaborato nel periodo 2009-2015 comprendeva 134 casi di malattia (71 forme viscerali e 63 forme cutanee). Solo tre anni fa le forme viscerali si concentravano a Imola, Bologna, Rimini, Reggio Emilia, Modena, Cesena e Forlì mentre le forme cutanee, come quella di Fidenza, sono state rilevate a Forlì, Cesena, Rimini e Bologna con Parma a 0,06 e 0,03 casi ogni 100mila abitanti. Casi negli ultimi anni si sono già registrati a Fidenza e Noceto.

La forma cutanea, la più comune, provoca ulcere sulle parti esposte del corpo, causando deturpamenti, cicatrici permanenti, stigmatizzazione e in alcuni casi disabilità.

In Italia, i pappataci vivono lungo le aree della costa tirrenica, ionica e adriatica del centro-sud Italia così come in Sicilia, Sardegna e isola d’Elba a clima tipicamente mediterraneo. Nell’ultimo decennio a causa delle mutate condizioni climatico-ambientali si è assistito a un aumento del numero di cani infettati dai pappataci e di conseguenza ad una diffusione della leishmaniosi anche nelle aree considerate in passato “non a rischio”. Allo stato attuale, anche le regioni costiere e collinari del medio versante adriatico, Marche ed Emilia Romagna e molte aree collinari prealpine e preappenniniche delle regioni del Nord Italia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli) possono essere “a rischio leishmaniosi “.

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