Il Ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore potrà riaprire, se tutto andrà come da programma, entro l’estate del prossimo anno. A giugno con ogni probabilità il bando di gara, quindi l’aggiudicazione un mese dopo e – se non ci saranno ricorsi – la consegna dei lavori avverrà in autunno all’impresa aggiudicataria che avrà 7 mesi di tempo per completare l’intervento. A quel punto la struttura avrà una “vita” stimata di 10 anni, un tempo più che ragionevole perché Anas possa progettare e realizzare un nuovo ponte sul Po.
Questo quanto emerso oggi a Palazzo Giordani, sede della Provincia di Parma, al termine della seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi per i lavori di risanamento conservativo del Ponte sul Po di Colorno – Casalmaggiore. L’incontro, che seguiva una precedente riunione del mese scorso, era finalizzato all’acquisizione definitiva dei pareri, autorizzazioni e dei nulla osta necessari per l’approvazione del progetto definitivo degli interventi sul ponte da parte dei 19 enti che ne hanno titolo. Sono state accolte alcune richieste e alcune prescrizioni, dalla verniciatura dei sostegni in golena alle ricerche paleoarcheologiche nel limo alluvionale.
Ora scatta il mese di tempo per la validazione del progetto da parte di un soggetto terzo, che la Provincia di Parma ha già incaricato. Nel frattempo si procederà anche con l’eventuale bonifica dai residui bellici e anche in questo caso la Provincia di Parma ha già affidato l’incarico. Quindi, nel mese di giugno, si può avviare la procedura del bando di appalto, per la quale la Provincia di Parma si è già dotata di un consulente legale.
Soddisfatti dell’incontro di oggi i presidenti della Provincia di Parma Filippo Fritelli e di quella di Cremona, Davide Viola. “Stiamo procedendo con tutti i passi necessari – afferma Fritelli –. Purtroppo il cumulo delle prescrizioni determina i tempi del nostro lavoro. Il ponte restaurato avrà una vita utile di 10 anni, quindi in questi anni Anas dovrà pensare alla costruzione del ponte nuovo”.
Apprendiamo con piacere la notizia che finalmente si è in dirittura d’arrivo per i lavori di sistemazione del ponte di Colorno, allo stesso tempo non possiamo però dimenticare dello stato in cui versa il ponte ‘Verdi’ di Ragazzola, altro “grande malato” della nostra provincia.
Il fatto che sia servito oltre un anno per vedere qualcosa muoversi dà l’idea del lassismo con il quale gli enti preposti si sono attivati. Un lassismo che nella migliore delle ipotesi porterà alla riapertura del ponte fra Colorno e Casalmaggiore solo a maggio 2019, a due anni di distanza dalla sua chiusura: una scadenza sulla quale, come CasaPound, vigileremo.
Nel frattempo nulla sembra muoversi sul fronte del ponte ‘Verdi’ di Ragazzola. Ricordiamo bene le promesse elettorali che assicuravano l’inizio dei lavori con l’arrivo della primavera: siamo ormai a maggio e ad oggi rimane il senso unico alternato, senza notizie sulle prospettive future di questa infrastruttura altrettanto importante per la provincia e per la Bassa in particolare.
Siamo dunque qui a chiedere per l’ennesima volta tempi certi sulla sua sistemazione: i cittadini meritano risposte.
Pier Paolo Mora
Coordinatore regionale
CasaPound Italia
La conferenza dei servizi che si è tenuta nella giornata di ieri, in merito al progetto di riparazione del ponte sul “PO” si è conclusa con una piccola nota positiva, e come al solito con molti punti interrogativi.
La nota positiva è che finalmente c’è stato il collegiale parere positivo al progetto e si potrà partire. Noi però ci chiediamo: “fino a dove si riuscirà ad arrivare? E quanto realmente si dovrà attendere?”…
Analizzando bene la situazione, bisognerà attendere un mese per l’approvazione di un terzo soggetto incaricato dalla nostra provincia. A Giugno si dovrebbe avviare la procedura del bando di gara e bisognerà sperare che non ci saranno ricorsi per non arenare tutto e ricominciare da zero. Se tutto andrà per il verso giusto, e durante la bonifica dei residui bellici non si troverà qualche gigantesco ordigno oppure nessuna città sotteranea del paleolitico; i lavori potrebbero cominciare in autunno per la durata di circa 7 mesi.
Sembra davvero difficile credere che i lavori verranno conclusi in soli 7 mesi, lavorando sotto le pioggie autunnali e con l’inverno alle porte. Amo Colorno è molto scettica in merito ed inoltre si chiede perchè per “rappezzare un ponte” occorra così tanto tempo.
Non dimentichiamoci che lo stesso è chiuso da settembre e che il territorio sta soffrendo da oltre 7 mesi. Non si poteva avviare qualche procedura d’emergenza per ridurre le tempistiche?…
Ad oggi conosciamo solo la “fantomatica data” del famoso maggio 2019. Noi l’abbiamo già segnata in tutte le agende e saremo pronti a scendere in piazza e a dar giusta battaglia nel caso in cui non venga rispettata.
Nel contempo però continuiamo a gran voce a chiedere alle istituzioni interessate, di impegnarsi con pendolari e commercianti per alleviare il loro disagio.
Siamo disponibili ad un incontro con loro per discutere di ponte ciclo – pedonale; di sgravi IRAP e TARI; di trasporti gratuiti per i pendolari; e di impegno al fine di intercedere con i fornitori di elettricità e gas per offrire tariffe agevolate alle aziende interessate dalla chiusura del ponte.
Amo Colorno è disponibile al dialogo e a proporre soluzioni tampone in attesa della definitiva riparazione del PONTE.
Nicola Scillitani
Coordinatore cittadino
Amo – Colorno