A Parma dal 1° al 6 maggio torna, dopo l’edizione d’esordio dello scorso anno, “May Days – Incontro con la danza d’autore”, un progetto che vede il Teatro delle Briciole e Europa Teatri impegnati nella promozione della giovane danza contemporanea, nel segno preciso di una forte attenzione a integrare i due momenti: della fruizione e della riflessione, della visione e della formazione. Il progetto si pone anche l’obiettivo di allargare il raggio della relazione tra artisti, danzatori e pubblico e di favorire una più efficace e profonda relazione con gli spettatori.
La rassegna intreccia in questa seconda edizione due istanze diverse su un terreno comune. La volontà di indagare e riflettere sui meccanismi di funzionamento della danza, su come leggere e trasmetterne i codici espressivi, si traduce quest’anno in due direzioni: da una parte, nel programma che si terrà al Teatro Europa, si sviluppa in un approfondimento della ricerca coreografica di un artista; dall’altra, al Teatro al Parco, si propone una breve panoramica della nuova danza.
L’analisi degli stormi degli uccelli è il tema portante degli appuntamenti di May Days al Teatro Europa affidati a Daniele Albanese, danzatore e coreografo, curatore del progetto «Birds Flocking», di cui vede la luce la prima tappa che si sviluppa tra prove, ricerca ed esiti performativi: fasi di un lavoro che avrà la sua versione finale nel 2019. Il progetto, a cura di Compagnia Stalker_Daniele Albanese, è prodotto da Nanou con il contributo di Mibact, Regione Emilia-Romagna, Fondo di sostegno alla produzione e distribuzione della Danza D’Autore / Regione Emilia-Romagna 2017/2018 con il sostegno di ATER Circuito multidisciplinare Emilia-Romagna.
«Birds Flocking» si esprime in tre momenti: un workshop, un esito performativo, uno spettacolo. Il workshop, organizzato in collaborazione con Rete Anticorpi, propone tre giornate di studio per danzatori, dal 1° al 3 maggio, con partecipazione gratuita e selezione, e si concluderà con un esito performativo interpretato dai partecipanti (il 3 maggio alle 21), in cui la comunicazione invisibile tra performer e tra i performer e lo spazio intende costruire una performance organizzata attorno all’idea di anarchia responsabile, che indaghi il sottile equilibrio tra libertà individuale e coerenza di una comunità. Seguirà un incontro con la studiosa di danza Gaia Clotilde Chernetich.
Il terzo momento è rappresentato dallo spettacolo in forma di I° studio (titolo provvisorio, in programma il 6 maggio alle 21), un duo con Daniele Albanese e Eva Karczag, anche autori della coreografia, disegno luci di Fabio Sajiz, musica originale di Luca Nasciuti. Ispirandosi alla visione del volo degli stormi di uccelli, lo spettacolo vuole definire un movimento fluido e continuo con una microscopica comunicazione tra i danzatori e lo spazio, mettendo a confronto i due poli opposti di struttura e libertà – forme e direzioni, che possano incorniciare il movimento e un moto sfuggente che vada al contrario verso la non possibilità di scrittura. Segue un incontro con Alessandro Pontremoli, docente di Storia della danza all’Università di Torino.
Sempre il 6 maggio dalle 21 verrà proiettato in loop il video «The Edge of Europe» di Luca Nasciuti (2017, durata 34’’), una riflessione sul processo politico ed economico di formazione dei confini geografici. Le città di Lisbona, Marrakech e Istanbul vengono rappresentate in frammenti e assemblati per similarità. L’interazione audiovisiva crea un’esperienza multiforme di luci, colori e suoni al confine tra realtà e fantasia, dove il quotidiano diventa sovversivo.
Il programma di May Days al Teatro al Parco propone l’incontro con alcune direzioni della ricerca coreografica contemporanea. In due diverse serate vengono presentati quattro spettacoli, due per volta, in cui il primo ha durata più breve del secondo, e al termine dei quali si svolge un incontro condotto dalla studiosa di danza Gaia Clotilde Chernetich.
Il 4 maggio alle 20.30 Camilla Monga in «Quartetto per oggetti», coproduzione P.A.R.T.S. Academy Bruxelles – VAN Associazione Culturale – Biennale di Venezia, rielabora l’idea compositiva di «Ionisation», opera per tredici percussionisti del compositore Edgar Varèse (1883-1965), mediante l’utilizzo di tredici oggetti d’uso comune, come un imbuto blu, un mattarello, un campanello azzurro, una ruota, uno sturalavandini.
In continuo dialogo tra loro e con i quattro interpreti, questi oggetti determinano azioni e traiettorie imprevedibili che servono come base a una visione parossistica che raggiunge un caos illusorio e una logica surreale. Alle 21 Barbara Berti in «Bau#2», spettacolo vincitore ex aequo Premio Scenario 2017, produzione TIR Danza, esplora le connessioni invisibili tra corpo e mente attivate in tempo reale dal performer e dagli spettatori. Lo spettacolo, che si avvale di pratiche meditative e rituali, vuole essere il terreno di verifica di uno stato mentale che permetta al corpo di muoversi in una specifica frequenza, al confine fra razionalità e inconscio. Ne risulta una coreografia ipnotica e coinvolgente, un vero e proprio risveglio del corpo.
Il 5 maggio alle 20.30 Manfredi Perego presenta «Primitiva», produzione TIR Danza in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, spettacolo che nasce da una ricerca incentrata su elementi primari che abitano la corporeità: è un viaggio mnemonico all’interno della più antica percezione di sé, quella animalesca e al contempo impulsiva e fragile. La coreografia è anche utopia. L’utopia di ricollegarsi e riscoprire l’origine di impulsi sconosciuti da noi creati, con tutto il timore che ne consegue nel percepire sottopelle una natura che non sapevamo abitarci, o che, forse, abbiamo solo intuito.
Alle 21 «Sylphidarium» del CollettivO CineticO, premio Ubu 2017 come miglior spettacolo di danza, produzione CollettivO CineticO, Théâtre de Liège, Torinodanza Festival, Festival MITO, CANGO – Cantieri Goldonetta Firenze, è un’autopsia del balletto classico, trasformato e ibridato con ginnastica, acrobatica, culturismo e con un finale aerobico modellato sui video di Jane Fonda, con costumi argentati, lunari, sempre nel bianco di una scena che vuole ripetere l’effetto abbacinante del volteggiare dei tutù. Il fantasy si connette con lo smontaggio ironico dei canovacci dei balletti, come gli slanci verso l’alto si immobilizzano in tableaux che sembra vogliano fermare un tempo ibrido tra il passato, l’oggi, il futuro.