Grande concerto domenica 8 aprile alle 17 nella chiesa parrocchiale di Maria Immacolata a Medesano. Il Centro Studi Romano Gandolfi proporrà un lungo programmache avrà tra le sue particolarità la Messa dell’Incoronazione di Mozart, affidata all’esecuzione di quattro giovani solisti – Ingrid Maria Anastasi, Martina Ambrosino, Samuel Papa, Nicolas Verti – di età compresa fra 11 e 12 anni, della Compagnia della Favorita. Una realtà formata da cantanti professionisti che, per l’occasione, saranno accompagnati dall’Ensemble Marija Judina e diretti dal Maestro Massimiliano Tarli, lo stesso anche alla direzione del Coro Polifonico “Romano Gandolfi” di Milano. Gioele Gusberti, direttore artistico e direttore dell’Ensemble Marija Judina, sarà a fianco del Maestro Tarli.
Il programma prevede brani di Wolfgang Amadeus Mozart ovvero la Sinfonia n.29 K201 in La maggiore, Ave Verum Corpus K 618 (mottetto per coro, archi e organo), Laudate Dominum omnes gentes da Vesperae solennes de confessore KV 339. Chiuderà il pomeriggio in musica la Messa dell’Incoronazione Krönungsmesse K 317 in Do maggiore eseguita dai quattro giovanissimi solisti, ai quali si affiancheranno la soprano Nina Almark, la contralto Joy Lee, il tenore Francesco Frasca e il basso Fulvio Peletti.
Ave Verum e Laudate Dominum rappresentano le due anime del Genio di Salisburgo, sacro e profano, i tratti caratteristici di Mozart. I due brani compongono il corpo centrale del concerto e funzionano in questo caso da trait d’union fra K201 e Krönungsmesse K317, due rappresentazioni agli estremi, agli antipodi una rispetto l’altra. La Sinfonia numero 29 (K201) è basata sui contrasti fra il secondo e l’ultimo movimento mentre K317, ovvero la Messa dell’Incoronazione, è il risultato di un percorso del compositore salisburghese, denso, di una nuova visione del modello di musica religiosa che si andava delineando nella seconda metà del Settecento. Inutile dire che quel percorso di Mozart si concluderà con Messa da Requiem K626, l’ultima, incompiuta, la più forte e intensa che chiude la carriera del compositore a 35 anni.
Far salire al cielo il canto dei giovani a gloria di Dio non può che essere la preghiera più potente, la musica come contemplazione, il modo più vicino e importante per onorare Romano Gandolfi il quale amava dire: “Io prego, facendo musica”.