Nascono in Emilia-Romagna quattro nuove aree di pesca sportiva “regolamentata”, e altre otto vengono confermate. Tra le nuove, istituita su richiesta dell’Amministrazione comunale, c’è quella di Monchio delle Corti, sul torrente Cedra. Le altre tre sono tutte nel Modenese, a Pievepelago (torrente Scoltenna), Fanano (torrente Leo), Fiumalbo (rii San Rocco e Acquicciola). In queste aree i Comuni possono rilasciare permessi di pesca a pagamento con l’obbligo di destinare i proventi ad azioni di tutela e riqualificazione ambientale, ripopolamento ittico e attività di sorveglianza lungo i corsi d’acqua. Non solo: gli enti locali possono affidare a gruppi di pescatori o alle associazioni di promozione territoriale la gestione di queste e altre attività legate alla fruizione ricreativa dei luoghi, oltre che alla realizzazione e la manutenzione della rete di sentieri.
La Giunta regionale ha confermate anche altre otto aree istituite negli anni scorsi dalle amministrazioni provinciali. Queste ultime sono nei comuni di Bedonia, Ottone e Ferriere (due aree) e di Bagno di Romagna, Santa Sofia, Premilcuore e Portico San Benedetto in provincia di Forlì-Cesena.
Attualmente sono sei le province dell’Emilia-Romagna nelle quali sono operative le aree di pesca regolamentata, per un totale di 17 zone che interessano circa 48 chilometri di corsi d’acqua, localizzati soprattutto nei territori di montagna. La legge regionale approvata nel marzo 2017 ha ampliato la possibilità di estenderle all’intero territorio regionale.