La Bonatti Spa di Parma non è immune da colpe nella vicenda che nel 2015 ha portato al sequestro in Libia di quattro tecnici, di cui due non sono più tornati a casa. Queste le conclusioni della Procura di Roma nel procedimento con rito abbreviato a carico dei vertici dell’azienda parmigiana. Il pm Sergio Colaiocco ha infatti chiesto la condanna a 2 anni di reclusione per Paolo Ghirelli, presidente della Bonatti Spa, e per i consiglieri d’amministrazione Dino Martinazzoli e Paolo Cardano. Dennis Morson, responsabile della Bonatti in Libia, ha invece chiesto il patteggiamento ad un anno e 10 mesi.
Per l’amministrare Giovanni Di Vicenzo, che ha scelto il rito ordinario, il pm Colaiocco ha invece chiesto il rinvio a giudizio. Tutti gli imputati sono accusati di cooperazione colposa nel delitto doloso commesso – come accertato dall’accusa – da appartenenti all’Isis che puntavano al pagamento di un riscatto per finanziare le attività terroristiche.
Conseguenze anche per la Bonatti Spa: l’accusa ha infatti chiesto 130 mila euro di risarcimento danni e il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per sei mesi.
Sequestrati nel luglio del 2015 durante un trasferimento via terra verso il cantiere, i quattro tecnici sono rimasti in mano ai terroristi fino al 2 marzo 2016, quando nel corso di un conflitto a fuoco con le forze libiche hanno perso la vita Salvatore Failla e Fausto Piano.