Il sangue non basta mai, ma dal 2013 le donazioni sono in progressivo calo e il 2017 non ha fatto eccezione. A livello regionale sono mancate 1.800 sacche rispetto all”anno precedente, di cui ben 1.500 sono mancate proprio a Parma. L’allarme, l’ennesimo, è stato lanciato dalla sala gremita del Link Hotel di Parma, dove si è tenuta la 60° assemblea annuale di Avis Provinciale Parma.
Accanto al direttivo e ai dirigenti territoriali dell’Associazione, una nutrita rappresentanza delle maggiori Istituzioni cittadine e di Associazioni vicine, che ha voluto testimoniare una cooperazione essenziale ai fini della cura e dell’attenzione rivolta alla popolazione. Grandi sono i numeri di Avis Provinciale, a partire dalle sue 47 sezioni aperte sul territorio che svolgono una fondamentale raccolta di sangue ma ancor più un’attività di sensibilizzazione e di promozione di solidarietà a favore dell’approccio al dono.
A fronte di un bilancio che nel 2017 supera il milione e 200.000 euro, di un numero totale di 19.384 donatori coinvolti, si deve tuttavia registrare il calo di 1.500 sacche.
Ci si deve interrogare pertanto – dice il presidente, Roberto Pasini – sui motivi di questa disaffezione ed impegnarsi per recuperare identità, credibilità e fidelizzazione. Nadia Buetto, consigliere del Comune di Parma intervenuta in rappresentanza del sindaco Federico Pizzarotti, ha denunciato l’indebolimento di molti legami di solidarietà, mentre sulla necessità di passare dalla valorizzazione dell’io alla valorizzazione del noi si è soffermato Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Parma. Senza i donatori Avis non ci sarebbe una medicina moderna, la possibilità di curare i pazienti, ha poi affermato Alessandro Formentini, responsabile dei servizi trasfusionali del Maggiore.
Durante l’assemblea sono stati lanciati alcuni importanti temi. Dall’intervento del presidente Pasini – il primo grande tema è quello di tornare alla mission originaria, tornare a fare donatori di sangue mettendo al centro il donatore – e nel successivo intervento di Giancarlo Izzi, presidente di Avis Comunale di Parma, ben si capisce cosa significhi portare al centro il donatore – occorre lavorare per tornare a promuovere un’immagine del donatore come modello sociale positivo, il suo dono è tanto importante che vogliamo renderlo il più utile ed efficace possibile, raccolto nel posto a lui più favorevole, nel momento migliore e nel modo migliore… è necessario superare le separatezze, è interesse di tutti i dirigenti dell’Associazione facilitare il donatore ovunque scelga di andare a donare e nel momento a lui più consono.
E quello della solidarietà associativa è il secondo grande tema proposto all’assemblea dal presidente Roberto Pasini, cosa che passa attraverso le singole sezioni che devono andare alla ricerca dei punti di contatto per arrivare ad accogliere i donatori superando i campanilismi, retaggio del passato. Questo favorisce anche l’efficientamento dell’intera struttura. Come Provinciale abbiamo il dovere di riportare ad efficienza la struttura organizzativa che conta 7 dipendenti e 50 operatori socio-sanitari che compongono le equipe mediche che si occupano dei prelievi. In questi ultimi anni una buona pratica risultata fondamentale allo scopo è stata quella della prenotazione della donazione. Ormai oltre il 70% delle donazioni avviene su prenotazione e questo consente al donatore di ottimizzare il suo tempo, sentendosi peraltro oggetto di grande attenzione, e alla struttura organizzativa di parametrare in modo efficiente il numero delle equipe mediche necessarie per il numero di donazioni da raccogliere. Una pratica senz’altro da implementare.
Ancora il presidente ha presentato ai convenuti i 3 temi assembleari, di derivazione dal Nazionale, che sono stati: l’Associazione come sistema in evoluzione a fronte di una società anch’essa in rapida evoluzione, il piano plasma, questione nazionale che sta creando alcune problematiche da risolvere, ed infine la Riforma del Terzo Settore, in attesa dei piani attuativi, fonte di opportunità ma anche di grande impegno a livello burocratico.
A seguire le relazioni dei rappresentanti dell’Esecutivo Provinciale sulle singole aree d’intervento. Per l’area informatica è prevista la realizzazione, anche grazie al contributo di Fondazione Cariparma, di una app, programma gestionale funzionale al raggiungimento di tutti i singoli donatori, utilizzabile attraverso i diversi canali web. L’area organizzazione e sviluppo si pone come obiettivo il miglioramento della percentuale di donatori che praticano la prenotazione della donazione. – In tutti gli ambiti della vita sociale le attività si prenotano. La prenotazione va molto a vantaggio del donatore oltre a contribuire fortemente ad una razionalizzazione dei costi.
La parola chiave è stata –condivisione, per rendere l’Associazione più accattivante ed inclusiva verso i giovani ed i nuovi italiani. Importante è condividere le pratiche che hanno avuto successo, condividere gli spazi, condividere responsabilità e opportunità fra le sezioni per attribuire valore al donatore. Condividere le competenze, il Provinciale ha in organico figure molto efficienti e preparate che possono aiutare le singole sezioni. Questo consentirebbe loro di liberare tempo e risorse da rivolgere alla ricerca di nuovi donatori. – Per la referente dell’area scuola l’obiettivo primario riguarda la formazione dei volontari. Molti i progetti presentati alle sezioni, compresi quelli che tendono a lavorare all’interno della scuola primaria ritenuta senz’altro una risorsa in quanto ambiente formativo della futura cittadinanza attiva. Ed infine l’area comunicazione che va a chiudere un po’ il cerchio di tutto in quanto risulta di fondamentale importanza comunicare ciò che si fa per farsi conoscere, per rendicontare, per promuovere e sensibilizzare.