Rischio “spezzatino” per le Terme di Salsomaggiore, messe in vendita dai liquidatori della società pubblica che aveva sottoscritto un concordato con i creditori nel 2016 e che nei mesi scorsi è stata messa in liquidazione. Per far fronte alla complessa situazione finanziaria, i liquidatori Donatella Bertozzi e Franco Frijio hanno messo in vendita i beni di Terme di Salsomaggiore Spa, sia in blocco per consentire – nel caso vi fossero acquirenti interessati – di proseguire l’attività, sia in 13 distinti lotti che di fatto porterebbero allo smembramento del ricco patrimonio termale salsese.
In vendita c’è anche il simbolo stesso delle Terme e di Salso, ovvero il Palazzo Berzieri. Non solo, si vendono pure la piscina termale coperta Jodium, il Grand Hotel Porro, l’Istituto chimico, l’ex Casa Del Bambino, l’ex albergo Villa Termale del Pensionato, la palazzina Warowland, la palazzina RanK Xerox, la casa colonica Violi di Tabiano, il caffé La Fonte di Tabiano, l’Acquedotto Amelia a Fidenza, i beni mobili dell’albergo Valentini e del Grand Hotel Porro, oltre a terreni edificabili vicini a sorgenti termali.
Le manifestazioni d’interesse devono arrivare ai creditori entro maggio. Ma visto che diversi beni sono abbandonati da molti anni, la loro vendita potrebbe risultare non facile. Così come la vendita in blocco, vista l’entità dell’investimento e la profonda crisi del comparto termale salsese. Il rischio “spezzatino”, quindi, ai più appare molto concreto, con la conseguenza che a passare di mano potrebbero essere soltanto i “gioielli di famiglia” mentre alla società resterebbero soltanto i “pesi”.