“La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che introduce l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei derivati del pomodoro dà finalmente avvio alla realizzazione di un fondamentale strumento di tutela della qualità della produzione made in Italy, a vantaggio, in primo luogo, dei consumatori”. Così Tiberio Rabboni, presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, commenta l’annuncio del ministero delle Politiche agricole, sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull’etichettatura obbligatoria dei derivati del pomodoro, con il quale si introduce la sperimentazione per due anni.
Il provvedimento prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia – molte nel Parmense – debbano avere obbligatoriamente indicate in etichetta: il Paese di coltivazione del pomodoro e il Paese di trasformazione del pomodoro (se queste fasi avvengono in paesi diversi, sarà scritto Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue). Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili.
“Come OI – dichiara Tiberio Rabboni – abbiamo condiviso questo percorso sin dall’inizio, sottoscrivendo già nel 2010 una posizione ufficiale in cui si manifestava la necessità di obbligo dell’origine in etichetta, dimostrandoci disponibili a collaborare per la sperimentazione con cui favorire il percorso normativo nazionale. La filiera del Nord Italia, da sempre vocata ad una produzione di grande qualità nel segno della sostenibilità, promuove da tempo iniziative, come quella dell’etichettatura, che perseguono la trasparenza nell’interesse dei produttori e dei trasformatori di pomodoro da industria. Ad essere tutelato e protetto dall’introduzione dell’etichetta sarà il lavoro di tutta la filiera che, proprio pochi giorni fa, ha sottoscritto l’accordo quadro, fra Op ed imprese di trasformazione, ed ora si appresta ad entrare nel vivo dell’attività di campagna 2018 che potrà dunque essere la prima contraddistinta dall’introduzione dell’etichettatura d’origine dei derivati del pomodoro. Il nostro auspicio, per il futuro, resta quello di un’estensione del sistema di etichettatura a livello europeo, tramite la piena attuazione del regolamento Ue 1169 del 2011”.
“L’introduzione dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti i derivati del pomodoro – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Simona Caselli – è un fondamentale passo avanti nel percorso per dare più trasparenza all’informazione rivolta ai consumatori, che in questo modo potranno apprezzare con maggiore consapevolezza le caratteristiche dei prodotti che acquistano, a tutto vantaggio della filiera produttiva del pomodoro da industria, uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio per l’elevato standard qualitativo, esportato in tutto il mondo. Proprio per questo motivo continueremo a sostenere gli sforzi degli imprenditori – produttori agricoli e industrie di trasformazione – per una maggiore competitività della filiera, facendo leva su promozione e innovazione”.
Grande soddisfazione anche in casa Coldiretti Parma. “E’ un altro successo dell’impegno della nostra Organizzazione a difesa della trasparenza, che dopo l’obbligo di etichetta per l’origine del latte e derivati e per pasta e riso, adesso porta a casa anche il decreto interministeriale che salva la pummarola Made in Italy dall’inganno dei prodotti coltivati all’estero ed importati per essere spacciati come italiani”, afferma il presidente Luca Cotti.
Un passo determinante – sottolinea Cotti – per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di pummarola italiana che rappresenta una componente fondamentale della dieta mediterranea come richiesto dall’82% dei consumatori nella consultazione on line sull’indicazione di origine obbligatoria degli alimenti. E’ un risultato importante – aggiunge Cotti – che auspichiamo porti ad una maggior considerazione e valorizzazione della qualità del nostro pomodoro, prodotto d’eccellenza nella nostra provincia che registra un prezzo insoddisfacente per la prossima campagna del pomodoro da industria del Nord.