Luigi Colla ha premeditato il delitto della sua ex, Elisa Pavarani: lo sostiene il GIP, Mattia Fiorentini, nelle motivazioni della sentenza depositate in questi giorni.
Colla, condannato a 30 anni lo scorso novembre, ha ammazzato Elisa con almeno nove coltellate, due alle spalle, le altre al torace e all’addome.
“Colla aveva già deciso che Elisa non sarebbe uscita viva da casa sua” – si legge nel dispositivo della sentenza.
Poi ci sono le confessioni fatte da Colla ad alcuni amici nei giorni immediatamente precedenti all’omicidio: “A mali estremi, estremi rimedi” e le ricerche su internet di parole come “omicidio volontario”, “infermità di mente”, “delitto passionale”, “delitto d’onore”.
Ricerche che, secondo la difesa, Luigi Colla avrebbe fatto sul Web per un collega di lavoro alle prese con un problema giudiziario, ma il giudice non è convinto: “Colla ha maturato il proposito omicida, lo ha mantenuto nei giorni immediatamente precedenti al delitto e lo ha realizzato poche ore dopo il suo ultimo accesso al Web, una volta ingerito un cocktail di sostanze – alcol, Lexotan e marijuana, appositamente assunte per vincere i freni inibitori”.
Per Elisa Pavarani quindi la casa di largo Carli era una trappola mortale: secondo la ricostruzione del giudice Colla aveva già pensato di agire in quel modo nel caso in cui lei avesse rifiutato di accettare di riavviare la loro relazione, dopo che aveva deciso di interromperla.
Elisa prendeva tempo, era appena tornata da una vacanza con le amiche, ma in realtà vedeva già un altro uomo. Elisa temeva che Luigi si facesse del male, tanto da chiamare la madre di lui, in piena notte, preoccupata.
Ma lui non le ha ricambiato la cortesia.