Vittime foibe, venerdì 9 la contromanifestazione dei partigiani di Parma

Vittime foibe, venerdì 9 la contromanifestazione dei partigiani di Parma

1117
0
CONDIVIDI

Venerdì 9 febbraio al Cinema Astra di Parma si terrà la manifestazione “Foibe e fascismo” organizzata da Anpi, Anppia, Comitato antifascista antimperialista e per la memoria storica, in alternativa alla celebrazione del “giorno del ricordo delle vittime delle foibe” del 10 febbraio.

La manifestazione, alla sua tredicesima edizione, è innanzitutto – dicono i promotori dell’iniziativa “controtendenza” – opposizione al ricordo della vicenda delle foibe del ’43 e del ’45 fatto in termini celebrativi, di solennità civile nazionale, di commemorazioni e attribuzione di riconoscimenti e medaglie della Repubblica, di intitolazione di vie dal nome “Martiri delle Foibe”. Anziché decine di migliaia di morti nelle foibe ad opera dei partigiani jugoslavi – continuano le organizzazioni partigiane – si sono riconosciute soltanto 341 persone, dal 2005, primo anno di applicazione della legge 92/2004 che ha istituito il “giorno del ricordo”, a tutto il 2017, come “infoibati” cui è stata attribuita una medaglia. Di queste 341, 33 sono i morti nelle foibe veri e propri, e la gran parte (circa 250) sono appartenenti alle forze armate dell’Italia fascista o personale politico fascista, alcuni di loro veri e propri criminali di guerra.

Secondo la Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite ci sono stati 700 criminali di guerra italiani in Jugoslavia (a cominciare dai generali Roatta e Robotti), nessuno, neanche uno, dei quali è stato mai arrestato, processato, o estradato e consegnato alle autorità jugoslave che ne avevano fatto richiesta – dicono gli autori della contromanifestazione -. Alcuni di questi criminali, uomini di Mussolini, dopo la Liberazione si sono inseriti nella Repubblica democratica nata dalla Resistenza e con la Costituzione del ’48, ricoprendo ruoli dirigenziali nelle istituzioni e nello Stato, ed essendo elementi della destra eversiva protagonista dei tentativi di colpo di stato fascista in Italia e della strategia della tensione ancora negli anni ’70.

Davide Conti, storico e consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, è autore di un recente saggio contenente la biografia di alcuni di questi “riciclati” e anche di questo parlerà alla contromanifestazione di Parma del 9 febbraio.

L’altra relazione al Cinema Astra sarà quella di Andrea Giuseppini, ricercatore di storia e curatore del sito wwwcampifascisti.it, sulla vicenda degli oltre 800 jugoslavi, sloveni e croati, antifascisti che con l’occupazione italiana di territori della Jugoslavia furono deportati e detenuti dal fascismo nel carcere San Francesco di Parma negli anni 1942,1943. La vicenda è tornata alla luce recentemente col materiale documentario rinvenuto negli Archivi storici di Lubiana, del carcere di Parma, e del Comune di Parma. Anch’essa contribuisce a spiegare l’opposizione, la grande avversione delle popolazioni slave – dicono i partigiani – nei confronti del fascismo e di Mussolini, che le riteneva una “razza inferiore e barbara” da sottomettere. Già col discorso di Pola nel 1920, quasi vent’anni prima delle leggi razziali del 1938 contro gli ebrei.

La vicenda è particolarmente significativa per Parma, città antifascista e medaglia d’oro della Resistenza ma anche città gemellata dai primi anni ’60 e a tutt’oggi con la capitale slovena Lubiana – concludono Anpi e Anppia -. Sulla base di questi fatti e considerazioni si prospetta la possibilità di superare l’attuale ricorrenza del 10 febbraio, motivo di divisione, di mistificazione storica, di latente revanscismo nazionalista e fascista, e di fare in alternativa il “giorno della pace e amicizia fra il popolo italiano e i popoli della ex Jugoslavia”.

Nessun commetno

Lascia una risposta: