Borgo Angelo Mazza: poliziotto picchiato da giovanissimi

Borgo Angelo Mazza: poliziotto picchiato da giovanissimi

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Momenti di tensione nella serata di sabato in borgo Angelo Mazza, pieno centro di Parma, a causa di giovanissimi che tengono in ostaggio alcune zone della città. I ragazzi terribili sembra stessero infastidendo pesantemente passanti e clienti di negozi della zona. Sul posto sono arrivati gli agenti della Polizia municipale e in loro aiuto anche gli agenti delle Volanti della Polizia.

Dalle prime informazioni circolate sulla vicenda, è emerso che un agente – mentre erano in corso le procedure di identificazione – è stato colpito duramente dai giovanissimi componenti di quelle che ormai passano sotto il nome di baby gang ed è stato costretto a far ricorso alle cure del Pronto soccorso. Le sue condizioni non sono ovviamente gravi, ma gravissimo è il fatto che non ci sia più non solo il timore ma neppure il rispetto verso le divise.

1 COMMENTO

  1. I recenti episodi di cronaca cittadina che riguardano il mondo giovanile devono spingerci a una riflessione ben più profonda di quella cui siamo abituati. Con appellativi come “baby gang”e proposte di maggiore controllo, cioè repressione, si dà una rappresentazione del tutto distorta del problema. Una rappresentazione che, tristemente, mette d’accordo tutte le altre forze politiche e ribadisce la drammatica distanza tra giovani e adulti. L’adolescenza non può continuare a essere vista ottusamente come un problema, ma come una fase della vita in cui coltivare potenzialità ancora inespresse: la posta in gioco è il futuro stesso della nostra società.

    Quindi, la soluzione non può che basarsi sull’ascolto, il dialogo e l’interazione con i giovani. Solo in questo modo potremo fare proposte aderenti alla realtà, in grado di tener conto delle diverse esigenze di ognuno e non calate dall’alto, ma pensate e progettate insieme con il mondo giovanile stesso. In questo senso, la politica deve puntare decisamente a investire in strategie di socializzazione, per non lasciare sola un’intera generazione di ragazze e di ragazzi. E, soprattutto, è proprio per questi fenomeni che il nostro appello si fa ancora più urgente: alla scuola non si può lasciare il solo compito di formare bravi lavoratori pronti a obbedire, la scuola deve tornare a formare coscienze e spirito critico.

    Stefano Carosino
    Candidato di Potere al Popolo per la Camera dei deputati
    Collegio uninominale “Fidenza”

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