Maria Gabriella Saponara, candidata leghista nella coalizione di centrodestra per il collegio senatoriale di Parma, scalda i motori in vista della dura campagna elettorale che l’attende in vista del voto del 4 marzo.
La sua candidatura ha sorpreso alcune persone, estranee al mondo leghista, definendola “outsider” e “new entry”: premesso che questo succede anche a candidati di altre liste politiche, è però vero che questa è la prima volta che lei si affaccia al mondo della politica nazionale.
“I commenti sulla mia candidatura al Senato nel Collegio uninominale di Parma si sono sprecati in questi giorni e non me ne meraviglio, perché non ho alcuna carica elettiva alle spalle anche se posso vantare una militanza in Lega di oltre 10 anni. In realtà a livello politico ho svolto diversi ruoli interni al movimento, spesso restando dietro le quinte, ma facilitando il lavoro di chi si esposto in prima persona con la preparazione di comunicati, relazioni e quant’altro. Ora, con l’opportunità di essere candidata, inizia il mio lavoro sul territorio in prima persona, con le competenze e l’esperienza acquisite in questi anni”.
Come prima candidatura sarà però messa a dura prova, dovrà scontrarsi con Giorgio Pagliari in un collegio storicamente “rosso”.
“Non do mai nulla per scontato: questa cosa è vera sulla carta. Si tratta certamente di un collegio che comprende molti comuni a guida Pd, ma è altrettanto vero che in molti di questi il Pd ha subito anche sonore sconfitte, come a Parma del resto. Inoltre il fatto che storicamente siano comuni “sinceramente rossi” potrebbe avvantaggiare la nostra coalizione, considerando le divisioni interne al Pd stesso”.
Qual è stato il suo percorso professionale e come è arrivata in Lega?
“Sono un architetto, mamma e giornalista e ho sempre lavorato fin da quando studiavo. La politica mi ha sempre affascinato, e ho iniziato a viverla più da vicino anni fa durante il mio lavoro da giornalista per un quotidiano locale e alla fine ci sono finita dentro. Le affinità tra il mio pensiero e quello della Lega erano troppo forti per non diventare sostenitrice prima e militante poi: un percorso che ad oggi compie 12 anni e che mi ha portata alla decisione finale di mettermi in gioco. Passione, testa, cuore e serietà sono gli ingredienti che metto sempre in quello che faccio e in quello che vorrei fare per questo territorio in caso di elezione: dipende tutto dagli elettori, se hanno veramente voglia di un cambiamento o se alla fine, nonostante lamentele e polemiche continue, stanno bene così”.
A proposito di territorio quali sono le sue idee?
“Non c’è niente per me di più insopportabile che assistere al progressivo degrado di questi luoghi, dei nostri luoghi, di cui non riusciamo più a godere la bellezza e la ricchezza perché troppo preoccupati a difenderci. Sono particolarmente sensibile agli argomenti sicurezza e sostegno alle famiglie, ma sicuramente la valorizzazione e la tutela del territorio in tutti i suoi aspetti come testimonianza di civiltà è il settore a cui vorrei dedicarmi in Senato, anche grazie alle competenze ed esperienza acquisite in questo campo sia con i miei studi che con i miei ultimi incarichi lavorativi. Questo parte dalla mia convinzione che nella valorizzazione e nella tutela di un territorio ci stia tutto: la sua storia, la qualità di vita di chi lo abita e di conseguenza la sicurezza e il lavoro. Le idee sono davvero tante ma per portarle avanti e realizzarle è necessario governare e questo dipende esclusivamente dalla voglia che i cittadini hanno di un reale cambiamento”.