Calo della natalità a Parma e lavoro femminile

Calo della natalità a Parma e lavoro femminile

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A Parma nascono sempre meno bambini, a certificarlo sono i dati resi noti negli ultimi giorni dalla Provincia di Parma che descrivono, nel 2015, un calo del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Una diminuzione importante, nonostante la presenza della comunità straniera. Inoltre il 2015 è stato ,a livello nazionale , il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna mentre l’età media delle madri  al momento del parto sale nel frattempo a 31,6 anni. Se a questi dati aggiungiamo che a Parma la disoccupazione delle donne è al 9,1% contro il 5,2%  con occupazione del 59,8% delle donne e 74%degli uomini, abbiamo il quadro una situazione che deve portarci ad una riflessione sul mondo femminile legata al lavoro , purtroppo ancora legato a precarietà , e al welfare che hanno a disposizione.
Sono convinta che investire sui servizi messi a disposizione delle donne possa essere un volano per far ripartire l’economia italiana.

Tutte le ricerche, infatti, dicono che l’economia al femminile, genera  veri e propri moltiplicatori che producono effetti di crescita nel settore dei consumi, dei servizi, degli investimenti e dell’innovazione, contribuendo allo sviluppo dell’intero sistema economico. In pratica i servizi messi a disposizione delle donne generano altri servizi, motivo per cui la famiglia a doppio reddito, in cui anche la donna lavora, agisce come un vero e proprio volano di attività economiche e di posti di lavoro. Per ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si possono creare fino a 15 posti aggiuntivi nel settore dei servizi. Se il tasso di occupazione femminile aumentasse dall’attuale 46,8% al 60%, secondo stime della Banca d’Italia il pil aumenterebbe del 7%.

La condizione femminile, comunque, non va guardata solo da un punto di vista economico, ma anche da quello culturale. Un aumento dell’occupazione femminile, infatti, potrebbe portare nel lungo periodo alla crescita della fecondità e della natalità, dato fondamentale per sostenere un paese fra i più vecchi del mondo, come è il nostro. Numerosi studi internazionali, nonché le statistiche stesse, ritengono infatti correlati, in modo diretto, il maggior tasso di occupazione femminile e l’aumento della natalità. Per ogni donna una maggiore indipendenza economica implica una capacità di progettualità e una conseguente volontà di creare nuclei familiari senza lo spettro della povertà.

Discorso simile per quanto riguarda i risvolti sociali di un aumento progressivo dell’occupazione femminile: donne indipendenti economicamente e con un ruolo sociale, sono meno a rischio povertà in caso di divorzio o di avversità e nel momento della pensione ,  sono più realizzate e godono di un benessere più diffuso che trasmettono ai loro figli, contribuendo a creare una società migliore e soprattutto uomini miglior. La presenza di un maggior numero di donne in Parlamento dovrà segnare sempre di più le scelte politiche dell’ esecutivo . Alcune cose sono state realizzate ma molte  ancora  mancano a partire dalla possibilità di anticipare l’ età pensionabile per le lavoratrici a riconoscimento del lavoro di cura  che per molte donne rimane  un impegno per tutta la vita . Il mio impegno come deputata quindi è quello di contribuire a realizzare insieme  alle  donne delle altre istituzioni, del sindacato , delle associazioni imprenditoriali , dei movimenti , delle associazioni laiche e cattoliche e insieme naturalmente agli uomini un Paese più amico delle donne  che investe nell occupazione femminile , spegne la violenza e afferma diritti nuovi.

Patrizia Maestri
Deputato Partito Democratico

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