Infarto la vigilia di Natale, tempestività di intervento salva un parmigiano di 41 anni
Dalla chiamata al 118 alla sala di emodinamica in pochi minuti grazie all’efficienza del percorso emergenza-urgenza. E il cuore riprende a battere.
Comincia tutto con una chiamata in apparenza normale in una notte speciale. Sono le 3.57 della vigilia di Natale e alla Centrale operativa 118 Emilia ovest dell’Ospedale di Parma arriva una chiamata da un quartiere della città, zona via Venezia. Il famigliare di un 41enne chiama per segnalare un forte dolore allo stomaco irradiato, vomito, accompagnato da malessere generale. La telefonata arriva in mezzo a una decina di altre, tutte con indicazioni simili, segno che l’influenza è arrivata a pieno in città. Con una piccola differenza: “Nella descrizione dei sintomi, l’operatore ha intuito che si poteva trattare di un evento cardiologico importante”, spiega oggi Marco Boselli, coordinatore della Centrale operativa 118. Per questo l’ambulanza con un infermiere specializzato a bordo parte subito. Nel frattempo i sintomi del 41enne peggiorano, l’uomo perde coscienza e, sotto la guida dell’operatore al telefono, viene coricato a terra su un fianco. E’ lì che l’infermiere lo trova alle 4.10. Applicato in urgenza il monitor per il controllo del cuore, parte subito la manovra di rianimazione: un massaggio cardiaco e una scarica con il defibrillatore. Una, due, tre volte. La quarta volta il polso torna a prendere ritmo. Nel frattempo anche l’automedica arriva sul posto, mentre il monitor trasmette il tracciato dall’abitazione alla centrale operativa: grazie a questa informazione al Maggiore una sala di emodinamica viene preparata e l’uomo è affidato alle cure dei cardiologi. Si tratta del percorso STEMI che prevede per i pazienti che hanno un evento cardiologico significativo un percorso dedicato diretto alla sala di intervento con predisposizione degli esami necessari e preparazione. Nel caso del parmigiano di 41 anni, si tratta dell’esame alle coronarie e di un intervento di riapertura di un’arteria coronarica, detta angioplastica, eseguito dalla dottoressa Maria Alberta Cattabiani. Oggi le sue condizioni sono di progressivo miglioramento: lo conferma Franco Masini, responsabile della Terapia intensiva cardiologica Utic: “Già la metà della settimana prossima potrebbe lasciare l’Ospedale, per cominciare il percorso di riabilitazione”.
“Capacità di interpretazione delle informazioni, rapidità, elevata tecnologia, percorsi di emergenza-urgenza appropriati e condivisi con le Unità operative aziendali – sottolinea Adriano Furlan, direttore della Centrale operativa 118 – sono questi gli elementi che per un parmigiano di 41 anni hanno significato una vita salvata e in buona salute”.