L’aeroporto di Parma chiude nel peggiore dei modi il 2017. L’assemblea dei soci di oggi si è chiusa con un nulla di fatto. Un altro dopo quello di inizio dicembre, ma più grave perché quella di oggi sembrava essere l’ultima chiamata. La questione è spinosa: serve un aumento di capitale per salvare lo scalo aeroportuale. Il rischio è che qualcuno decida di staccare la spina all’aeroporto Giuseppe Verdi, la cui società di gestione – Sogeap – ormai da anni chiude i bilanci in rosso (l’ultimo con una perdita di 3,5 milioni). In realtà nessuno se la sente di gettare la spugna, anche perché le conseguenze non sarebbero leggere. E così si è deciso di fissare una nuova riunione a metà gennaio.
Gli enti pubblici soci della Sogeap non possono intervenire direttamente perché la Corte dei Conti ha ricordato nelle scorse settimane che non si possono buttare soldi in società in rosso. L’appello – lanciato dallo stesso sindaco Federico Pizzarotti – è quindi agli imprenditori, ai privati. Ma finora, secondo indiscrezioni, non ci sarebbero salvatori della patria pronti ad immolarsi nel mantenere in stato vegetativo un aeroporto che non decolla e che spera nell’arrivo dei cargo per invertire la rotta. Servono investimenti importanti, tra i quali l’allungamento della pista, ma per questi la Regione ha già messo sul tavolo 12 milioni di euro. Per l’aumento di capitale, invece, sembra che al momento sul piatto ci siano circa 900 mila euro, assolutamente insufficienti per andare avanti. Ma qualcosa si potrebbe sbloccare a gennaio.
All’incontro di oggi ha preso parte anche il sindaco Federico Pizzarotti insieme al direttore generale Marco Giorgi, che hanno confermato la disponibilità del Comune ad intervenire – non direttamente nell’aumento di capitale – ma con opere complementari per 5 milioni, soprattutto viabilistiche, per migliorare la fruizione dell’aeroporto rispetto sia alla città, sia al quartiere fieristico.