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Froneri, ultimo atto: stabilimento di Parma chiuso e 120 senza lavoro. Sindacati firmano accordo

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E’ arrivata ai titoli di coda la vertenza Froneri. Lo stabilimento ex Nestlè di Parma chiude i battenti, 120 lavoratori saranno licenziati. Ma al termine dell’ultimo incontro del tavolo di salvaguardia occupazionale al Ministero dello Sviluppo economico un accordo con i sindacati è stato sottoscritto.

In una nota l’azienda rende infatti noto che “è stato raggiunto un accordo tra Froneri Italy e tutte le organizzazioni sindacali coinvolte nella vertenza riguardante il sito di Parma. Un risultato positivo, che l’azienda vede con grande soddisfazione, arrivato a conclusione di un iter di confronto complesso durato tutto il tempo previsto dalla normativa in materia di licenziamento collettivo“.

Per la verità l’accordo raggiunto oggi somiglia molto alla proposta avanzata dalla stessa Froneri fin dalle prime settimane di discussione, quando l’azienda continuava a ribadire la chiusura dello stabilimento e nessun ricorso agli ammportizzatori sociali perché a Parma non ci sarebbe stato un futuro produttivo.

L’accordo – spiega la nota di Froneri Italy – prevede l’erogazione di un sostegno di natura economica e un percorso a fini di outplacement a beneficio di tutti i 120 dipendenti interessati dalla chiusura del sito di Parma. Grazie alla conclusione della vertenza, Froneri Italy può ora intensificare il programma finalizzato agli investimenti nel sito produttivo di Ferentino (Frosinone), coerentemente con la scelta di impegno sul mercato italiano più volte dichiarata negli ultimi mesi. Al fine di perseguire una logica di sviluppo del territorio nell’area di Frosinone e qualificarsi sempre più come punto di riferimento per la crescita economica della zona, Froneri intende avviare partnership con alcuni Atenei del Lazio volte a sviluppare progetti per la valorizzazione delle risorse umane del territorio”.

All’incontro romano hanno preso parte – oltre ai dirigenti del Ministero dello Sviluppo economico e del ministero del Lavoro – i vertici della Froneri Italy Srl, i sindacati di categoria nazionali e territoriali, i rappresentanti della Regione e del Comune di Parma.

Purtroppo oggi registriamo la drammatica perdita di un importante sito produttivo. Dopo l’esito della vertenza, il nostro impegno – ha commentato l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costisi concentrerà nell’accompagnare i lavoratori a una nuova collocazione. E lo faremo mettendo a disposizione tutti gli strumenti di politiche attive del lavoro di cui dispone la Regione. Assieme al Comune di Parma lavoreremo per coinvolgere il tessuto imprenditoriale e associativo, in primis Unindustria Parma, per creare le sinergie necessarie per trovare un lavoro a chi l’ha perso”.

Con questo atteggiamento inspiegabile la Froneri – ha aggiunto il sindaco di Parma Federico Pizzarottiha creato un danno al territorio di Parma, ma peggio ancora ha messo 120 onesti lavoratori in seria difficoltà. Per quanto ci riguarda noi siamo dalla parte dei lavoratori Froneri, e collaboreremo con la Regione al fine di trovare per loro una nuova collocazione”.

L’accordo prevede che alle risoluzioni dei rapporti di lavoro non ci sia opposiszione al licenziamento: l’azienda corrisponderà a ogni lavoratore licenziato un incentivo economico, a titolo di incentivo all’esodo, in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso di licenziamento.

La dura ed esemplare lotta dei lavoratori appoggiati dalla Flai Cgil e dalla Uila Uil, nonché dal sindacato europeo e mondiale ha permesso di ottenere un dignitoso piano sociale – sostengono infine i rappresentanti sindacali -. Si è convenuto un percorso di aiuto alla ricollocazione, anche per gli stagionali. In più Froneri si è obbligata a riconoscere in caso di vendita dello stabilimento un diritto di precedenza alla riassunzione per i lavoratori licenziati. Di fronte ad un atteggiamento aziendale irresponsabile e di totale chiusura, in un contesto di leggi sbagliate che non tutelano il lavoro, questo accordo riconosce diritti e sostegni inizialmente negati. Ci auguriamo che altri e più capaci imprenditori investano a Parma, centro della qualità agroalimentare italiana“.

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