Nove arresti tra italiani e albanesi e un ingente quantitativo di cocaina sequestrato. Questo il bilancio di un’operazione dei carabinieri della Compagnia di Fidenza denominata non a caso “Operazione Grande Fiume”. La banda sarebbe responsabile di un traffico di stupefacenti e del controllo dell’attività di spaccio in provincia, con base operativa nella Bassa, tra Busseto e Polesine Zibello.
I militari della stazione di Zibello hanno svolto un’attività di osservazione sui sospettati, già noti in virtù di precedenti specifici per stupefacenti, che spesso stazionavano in prossimità di esercizi pubblici frequentati, in concomitanza, da altri soggetti conosciuti come assuntori di droga. Questi incontri, in altre occasioni, avvenivano nei luoghi apparentemente più insospettabile ovvero nei pressi dei palazzi municipali di Polesine e di Zibello, all’epoca non ancora confluiti a seguito di fusione nel comune di Polesine-Zibello.
Dopo lunghe e laboriose indagini iniziate nel 2014, i militari di Fidenza sono riusciti a chiudere il cerchio attorno ai nove componenti che gestivano il traffico e la Procura della Repubblica di Parma, che ha coordinato le indagini, ha chiesto al gip l’emessione delle ordinanze di custodia cautelare eseguite nelle prime ore della mattinata dai carabinieri della Compagnia di Fidenza.
In manette sono finiti l’italiano C. W., 35enne, e gli albanesi H. O., 34, H. M., 33, H. Y., 57, K. A., 41, K. E. 35, R. D., 25, G.U. 33 e N. A., 42 anni. Sette di questi elementi sono finiti direttamente in carcere mentre due donne sono agli arresti domiciliari. Tra i nove arrestati addirittura una famiglia albanese composta da madre, padre e figlio, tutti implicati nello spaccio. Inoltre, durante le varie fasi delle indagini, in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti, erano stati arrestati gli italiani, D.A. A., 36anni, e S. G., 26, oltre all’albanese H. E., 30anni.
Oltre 60 i consumatori interrogati e segnalati come vuole la legge alla Prefettura come consumatori di sostanze stupefacenti. Tra questi spicca il nome di un politico della Bassa, già in passato alla ribalta delle cronache per lo stesso motivo. Si tratta dell’ex sindaco di Zibello, Andrea Censi, in alcun modo coinvolto nell’inchiesta, ma segnalato tra gli acquirenti della cocaina. Era uno dei 60 seguiti dai carabinieri.
I punti di rifornimento erano Senago nell’hinterland milanese e Parma e anche i fornitori sono stati arrestati. In particolare a casa di quello di Parma sono stati trovati 10 mila euro in banconote da 50 in una borsa.
Sono stati utilizzati oltre 50 carabinieri per chiudere l’operazione: di Parma, di Fidenza, di Salso, ma anche di Mazara del Vallo dove sono stati fermati due fratelli albanesi. Infatti si tratta di due bande diverse: una gestiva l’attività nella zona di Polesine Parmense, da dove è partita l’indagine nel 2014, mentre due fratelli che avevano un’azienda edile a Mazara del Vallo rifornivano il mercato di Busseto. Tra le due bande c’era rispetto ed in alcuni casi collaborazione. Gli agenti oltre ai mezzi tradizionali dei pedinamenti si sono avvalsi anche di intercettazioni telefoniche e di riprese, oltre che delle unità cinofile antidroga.
La banda di Polesine, non avendo nessuno dei componenti la patente di guida, assoldava autisti per andarsi a rifornire e li pagava 100 euro a viaggio. In più occasioni sono stati sequestrati oltre 300 grammi di cocaina e 70 grammi di hashish, oltre a materiale utile per il taglio degli stupefacenti e per il confezionamento delle dosi.