Un buco nero esploso nell’aprile 2013, un crac da 120 milioni di euro per il quale la Procura aveva chiesto 12 rinvii a giudizio per bancarotta fraudolenta continuata e aggravata.
Paolo Borettini, alla fine del maggio scorso davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini e al pm Andrea Bianchi, ha patteggiato un anno e quattro mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena.
L’imprenditore era accusato di aver concluso con Spip operazioni immobiliari che gli avrebbero fruttato 30 milioni di euro.
Gli altri: Nando Calestani, l’ex direttore generale Pietro Gandolfi, gli ex componenti del consiglio d’amministrazione Cristina Bazzini, Federico Palestro, Mario Mantovani, Marco Trivelli, Nello Mancini, Roberto Brindani, l’ex vicesindaco Paolo Buzzi, l’ex presidente di Stt Andrea Costa e l’ex direttore generale del Comune di Parma, Carlo Frateschi.
Se la posizione di Nando Calestani è già stata stralciata, per gli altri imputati si è tenuta mercoledì l’udienza preliminare.
L’ex direttore generale Pietro Gandolfi, gli ex consiglieri Federico Palestro, Marco Trivelli e Roberto Brindani stanno trattando per il patteggiamento: due avrebbero già raggiunto un accordo con la Procura.
Per l’abbreviato invece hanno optato l’ex vicesindaco Paolo Buzzi, l’ex presidente di Stt Andrea Costa e l’ex direttore generale del Comune di Parma, Carlo Frateschi.
Rito ordinario, per gli altri imputati: in caso di rinvio a giudizio il dibattimento sarà a porte aperte.