L’azione squadrista di Piazzale Santa Croce era del tutto annunciata: da anni la politica cittadina si ammanta confondendo la difesa del decoro con la multietnicità di alcuni quartieri, la sicurezza con la presenza di migranti ed esercizi commerciali etnici. Lo spaccio di stupefacenti è una sorta di marchio che s’imprime su ogni persona di colore.
Non ci nascondiamo dietro a un dito, premettiamo che la microcriminalità è un vero problema nella guerra tra poveri da tempo in atto, colpisce innanzitutto i ceti popolari, la paura rende insopportabile la vita normale delle persone, rende deserte le strade e le piazze.
Il punto è come viene politicamente e socialmente declinato l’argomento: la sicurezza diventa un’esigenza dei cittadini doc contro i migranti in genere, è la presenza stessa degli stranieri ad essere additata come fonte del problema. Da anni si predica come se il vivere sicuri e sereni non sia un problema di TUTTI, indipendentemente dalla provenienza delle persone o dalla etnicità dell’esercizio commerciale. A cosa sono serviti limitazioni, al limite della discriminazione, su come e cosa vendere o sugli orari? Evidentemente a poco se non a nulla. La sicurezza è un diritto di tutti ed è più possibile in quartieri vivi, abitabili, culturalmente attivi; la repressione dello spaccio e della delinquenza deve essere lasciata alle forze dell’ordine, spendendo quanto servirebbe per più mezzi, persone, professionalità; i “vigili di quartiere”, promessi da tutti, dove sono?
Ritrovare la voglia di vivere serenamente significa cominciare a praticare la serenità, promuovendola con cultura, attività commerciali, interventi di soccorso sociale su chi è nell’indigenza, evitando che i negozi chiudano. Questa è la migliore prevenzione. Le iniziative che riportano nelle strade e a vivere il quartiere le persone, le famiglie ci sembrano più serie ed efficaci, delle ronde sgangherate che abbiamo ogni tanto intravisto. La campagna elettorale ha visto tutti i candidati esercitarsi nel ruolo di “sceriffo” sempre promuovendo misure draconiane disgustose quanto impraticabili; e di lì le marce e i proclami dei bravi ragazzi a 5 stelle e CasaPound, i motti virtuali che chiamano alla “pulizia” e a “regolare i conti”.
Da lì nasce l’aggressione di Piazzale Santa Croce e da lì dobbiamo riparlare di quei problemi ed affrontarli nella maniera giusta. La Federazione di Parma del Partito Comunista Italiano abbraccia solidale il lavoratore aggredito brutalmente e vilmente, come e quanto il suo datore di lavoro che ha soprattutto dimostrato sino in fondo di essere del quartiere Oltretorrente anche provenendo da altrove.
Sperando che le indagini colgano i responsabili, nel fatto riconosciamo le caratteristiche della spedizione punitiva più classica: in tanti (5 energumeni e altri 4 pronti se serve), contro chi è solo, tranquillo, un “negro” in bicicletta. Nella nostra città se ci sono sedi dove si preparano atti come questo, dove ci si allena a praticarli e si guarda al passato squadrista e fascista è necessario chiuderle. Non si illudano i fascisti, l’Oltretorrente tutto, in tutti i suoi colori, se serve sa come affrontarli e respingerli.
PCI e FGCI Parma