Parma è oggi la nona città più “Smart” d’Italia, secondo la classifica ICityRate 2017, con un andamento positivo che dal 2012, anno della prima classifica ICity Rate, la vede saldamente fra le dieci città italiane più smart e sostenibili e con buoni risultati rispetto alla maggior parte degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Onu per il 2030.
La Parma del 2030 sarà una città con più aree verdi, senza traffico e facile da percorrere, con una dimensione culturale e identitaria precisa ma aperta alla realtà internazionale. Un centro urbano che farà dell’inclusione sociale uno dei suoi punti di forza e dell’apprendimento di competenze specialistiche e delle occasioni professionali offerte alcune delle sue principali attrattive.
La città emiliana avrà investito nella mobilità sostenibile per migliorare i suoi tradizionali elementi di debolezza (la qualità dell’aria, gli sprechi energetici e la forte di presenza di automobili alimentate a carburanti fossili), nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale e nel recupero degli spazi urbani attraverso le nuove tecnologie.
È il ritratto di Parma che emerge da Smart Benchmarking, il percorso di analisi, approfondimento e confronto per definire l’agenda urbana di lungo periodo realizzato per la città da FPA, presentato questa mattina all’Auditorium di Palazzo del Governatore. Con Smart Benchmarking FPA propone alle città un percorso modulare di analisi dei dati, approfondimento e coinvolgimento degli stakeholder locali in funzione del proprio modello di smart city.
“Il Comune di Parma ha scelto di impostare il suo modello di Smart City sul welfare e sui servizi al cittadino, mettendo insieme povertà, istruzione, occupazione e inclusione per sviluppare il capitale umano, ridurre le diseguaglianze e dare impulso alla crescita del territorio – afferma Gianni Dominici, direttore generale di FPA -. I risultati di ICity Rate e Smart Benchmarking dimostrano che le politiche innovative e la capacità dell’amministrazione di darsi obiettivi sfidanti ma allo stesso tempo realistici e misurabili stanno avendo effetti positivi. Se non fosse per alcuni indicatori ambientali, su cui la città ha già iniziato a lavorare con successo, Parma sarebbe ancora più vicina alla vetta della classifica”.
“Gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU sono una priorità per questa Amministrazione – dichiara Federico Pizzarotti, sindaco di Parma –. La strategia del Comune è prepararsi sia al proprio interno sia verso il territorio per sviluppare ulteriormente i punti di forza di questa città e cercare di migliorare gli aspetti che ancora presentano criticità nel percorso che porterà Parma a diventare una vera Smart City. La parola d’ordine per completare questo percorso non può che essere condivisione: stiamo sviluppando convergenze tra tutti gli attori urbani nella direzione della Smart City, alle istituzioni, agli attori economici, dalla ricerca all’associazionismo, per fare di Parma una città più vivibile e a misura di cittadino”.
Parma occupa il nono gradino del podio delle città italiane più smart nella classifica ICity
Rate 2017, stilata da FPA. Una performance che la città ducale ha ottenuto grazie agli interventi per il contrasto alla povertà, per cui stacca tutte le altre città italiane (1°), per il metodo partecipativo e la capacità di fissare obiettivi e politiche condivise da un tessuto sociale molto coeso (7° per l’indicatore Governance), per l’attenzione e le azioni per la riduzione del consumo di suolo, il recupero delle aree verdi e la riqualificazione delle aree edificate (4° in ambito Suolo e Territorio).
Anche sulla mobilità sostenibile il posizionamento è ottimo: l’ottavo posto testimonia, infatti, gli investimenti che la città sta realizzando sulla ciclabilità (130 km di piste ciclabili e 24 postazioni di bike sharing) e l’uso di fonti alternative a quelle tradizionali a partire dal parco dei mezzi pubblici. Molto buono il posizionamento
anche sui temi dell’occupazione (11°), dei rifiuti (12°) e della crescita economica (19°).
Il confronto con le altre città italiane rivela un distacco dalla prima classificata Milano di 85 punti e dei punti deboli comuni al gruppo delle città medio-grandi (verde urbano, 67°, qualità dell’aria e dell’acqua, 64°, legalità e sicurezza, 64°, energia, 50°), anche se Parma
riesce comunque a superare il capoluogo lombardo nell’ambito legalità e in alcune dimensioni ambientali (suolo e territorio e gestione dei rifiuti urbani).
Nel confronto con le altre città della regione Emilia Romagna, invece, Parma ottiene il terzo gradino del podio dopo Bologna (2°) e Ravenna (8°) e prima di Modena (10°). La città si trova al di sopra della media regionale in particolare su povertà, occupazione, ricerca e innovazione, mobilità sostenibile, rifiuti, suolo e territorio, istruzione, governance e partecipazione e crescita economica, mentre ottiene risultati inferiori alla media regionale negli ambiti acqua e aria, energia, cultura e turismo, trasformazione digitale, verde urbano e legalità.
È uscita da poco l’ultima classifica delle città “intelligenti” in cui
Parma si colloca al nono posto. Un buon risultato dell’attuale
amministrazione Pizzarotti? Affatto. Un risultato che risente del lavoro
della precedente amministrazione di CentroDestra, grazie alla quale Parma
era la seconda città più Smart d’Italia.
Non ci sono stati miglioramenti, non si sono raggiunti risultati migliori.
Questa classifica è l’ennesima dimostrazione, dopo il 22° posto per qualità
della vita e il 90° su 110 per sicurezza, di un lento e inesorabile declino
a cui dobbiamo porre rimedio.
Jacopo Rosa
Cordinatore cittadino
Forza Italia Giovani