Aveva rapinato, insieme all’amico tunisino, già in carcere, un 67enne senegalese appena sceso dal treno con la pensione in tasca: 630 euro.
Il ragazzo, che aveva anche apostrofato l’uomo con un “negro di merda dammi il portafogli” era stato colto in fragranza di reato, ma era stata la ragazza, classe ’94, di origine etiope ma cittadina italiana, approfittandone mentre il 30enne teneva ferma la vittima, a sottrare il portafogli dalla tasce prima di fuggire.
Venerdì la 23enne, con precedenti specifici, è stata rintracciata a Fidenza a casa dei genitori e arrestata, poi accompagnata nel carcere minorile di Modena.
I FATTI – Rapina in stazione mercoledì notte, intorno alle 23:15 ai danni di un 67enne che stava rientrando a casa dopo essere sceso dal treno. La vittima è stata accerchiata da un uomo e una donna, aggredita e derubata del portafogli contenente 650 euro, la sua pensione, e del telefono cellulare.
La vittima, che è rimasta ferita a una mano, ha riferito ai Carabinieri, giunti sul posto grazie all’allarme lanciato da un passante, di essere stato percosso da un uomo straniero mentre una donna, complice, gli sfilava il portafogli e scappava. Mentre raccontava la dinamica della rapina agli uomini dell’arma, l’aggressore è stato visto passare in zona e, indicato dalla vittima, ha cercato di scappare verso i garage sotterranei.
Trovatosi in un vicolo cieco è stato arrestato dai militari e dagli agenti della squadra Volanti giunti come rinforzo. Il 30enne, pregiudicato per minacce e danneggiamenti, di origine tunisina con cittadinanza italiana, sembrava essersi arreso alle forze dell’ordine quando invece è scoppiato in una violenta reazione cercando di aggredire militari e poliziotti. A un Carabiniere ha anche tentato di strappare dalla cinta la pistola. Poi ha tirato fuori un coltello da 6 cm di lama puntandola contro uno dei poliziotti e ha cercato di colpire il maresciallo dei Carabinieri che nel frattempo l’aveva placcato.
L’uomo, un energumeno palestrato, ha messo a dura prova gli uomini delle forze dell’ordine che con fatica l’hanno trasportato nelle camere di sicurezza della Caserma. Qui ha passato una notte agitata in attesa del processo per direttissima.