Lo scrive il consigliere comunale ed ex candidato sindaco Paolo Scarpa il giorno dopo l’uscita della tradizionale graduatoria stilata dal quotidiano economico. Parma conferma la 22esima posizione ma anche altri esponenti politici hanno sottolineato la caduta sul fronte della sicurezza.
“La responsabilità – osserva Scarpa – è della politica, della sua classe dirigente, a tutti i livelli, che si accontenta da tempo di una narrazione edulcorata, in conflitto con la realtà. Il tema della sicurezza è centrale, è un tema di diritti negati, del diritto alla serenità in primis, ma non è l’unico, se vi sono aziende ed esercizi commerciali che continuano a chiudere, se vi è una povertà in crescita (l’ultimo rapporto Caritas è drammatico), una denatalità preoccupante, se vi sono asset strategici come l’aeroporto che non riescono a uscire da uno stallo pluriennale, se un sistema socio economico potenzialmente straordinario non riesce a costruire in modo coeso una strategia comune”.
Un quadro che Scarpa reputa preoccupamte anche sul fronte giovanile: “Non è normale che tanti giovani di Parma siano costretti a emigrazioni forzateper trovare un lavoro di qualità fuori da qui. Parma, unica città in Italia insieme a Torino sede di una agenzia europea, avrebbe una fortissima vocazione europea, che non sa tradurre in un progetto di sviluppo”.
“Per capire l’entità delle opportunità inesplorate, basterebbe il confronto impietoso con Reggio Emilia, che ha una ben maggiore capacità di attrazione di fondi comunitari, avendo creato da tempo una Agenzia ad hoc. I grandi modelli europei di città sostenibili, Oslo o Friburgo, sono lontani anni luce da quello che qui viene fatto, nel concreto (non nei convegni)”.
Altro elemento di debolezza è la questione ambientale: “Non basta promuovere la raccolta differenziata, in una città che soffre di un inquinamento permanente dell’aria a cui non si sono contrapposte politiche forti. Si discute nei convegni di smart city, di città intelligenti, ma paghiamo il ritardo nella sostituzione di troppi mezzi pubblici obsoleti, nella miseria di una elettrificazione del trasporto privato che vede solo ad oggi una decina di colonnine di ricarica nel tessuto urbano e un car-sharing elettrico sostanzialmente inesistente. Siamo in assenza di una politica di incentivazione seria alla riconversione energetica degli edifici privati, che, tra l‘altro, permetterebbe il rilancio di un settore in difficoltà come l’edilizia”.
“Ancora oggi – ricorda l’esponente di Parma Protagonista – la rete delle piste ciclabili è di entità modestissima in una città che nella bicicletta vede il suo mezzo di trasporto naturale”.
Ma è sulla sicurezza che torna “richiamando il Comune a una assunzione di responsabilità, che continua, nei fatti, a non volere esercitare. È una questione di legalità che tocca le istituzioni, ma è anche una emergenza sociale, che tende seriamente a mutare la sensibilità democratica dei cittadini, se vi sono evidenti segni di intollerabile neo razzismo, che Parma non ha mai conosciuto,
fomentati da chi strumentalizza e mette in un calderone sicurezza e immigrazione, colpendo la stragrande maggioranza di stranieri che vivono, lavorano, studiano a Parma e sono le prime vittime della criminalità organizzata”.
“Il rischio – conclude – è di predicare nel deserto, ma continuiamo a essere convinti che Parma abbia bisogno di meno narrazioni autoassolutorie e di una più concreta attenzione ai bisogni della città e delle persone”.