La Flai Cgil di Parma attacca duramente l’Unione parmense Industriali, annunciando uno sciopero generale del comparto dell’agroindustria del territorio. Il casus belli è ovviamente la difficile vertenza Froneri, con 120 lavoratori ormai di fatto senza più un’occupazione e Parma che perde lo storico stabilimento per la produzione di gelati che fu della Nestlè.
L’assemblea generale della Flai Cgil di Parma, in un documento approvato oggi all’unanimità, “esprime massima solidarietà ai lavoratori Froneri di Parma e li ringrazia per la dignità e la determinazione con cui stanno sostenendo la loro difficile lotta. Nestlé infatti, attraverso la new.co Froneri, per compiacere fondi iper speculativi sta distruggendo 850 posti di lavoro in Europa. A Parma l’atteggiamento messo in campo dall’azienda dall’inizio della vertenza nega ogni basilare principio di responsabilità sociale di impresa, contraddicendo il dettato della Costituzione Italiana“.
Ma se contro Froneri e Nestlè – che della prima detiene comunque il 50% del capitale sociale e avrebbe quindi molta voce in capitolo – il sindacato ha già detto molto, è di oggi l’attacco deciso e aperto agli Industriali di Parma, rimasti in disparte in questi mesi di battaglia al tavolo ministeriale convocato a Roma.
“Riveste particolare gravità la posizione dell’Unione Parmense degli Industriali che ad oggi non si è ancora pubblicamente espressa sulla vertenza – si legge nel documento approvato oggi -. Una soluzione negativa di questa vertenza segnerebbe un punto di non ritorno nelle relazioni industriali di Parma, con una inevitabile impennata del conflitto sociale. Per questo motivo l’Assemblea Generale della Flai Cgil di Parma dà mandato alla segreteria di proclamare lo sciopero generale dell’agroindustria parmense qualora non si trovasse una soluzione negoziale al “caso Froneri” o qualora non ci fosse una netta dissociazione da parte dell’UPI dai metodi e comportamenti di Froneri. Il territorio di Parma merita molto di più, ha tutte le possibilità per assorbire crisi come questa e non si possono avvallare simili derive senza pagarne le conseguenze“.