Studenti e pensionati hanno scritto una canzone contro la mafia. È nata dall’ascolto della testimonianza di Margherita Asta, familiare di vittima di mafia, esempio di coraggio e di impegno, che da anni vive a Parma. Il 2 aprile 1985 perse la madre Barbara Rizzo, di 30 anni e i fratelli gemelli Giuseppe e Salvatore, di 6 anni, nell’attentato al giudice Carlo Palermo. Durante il campo di Libera di quest’estate, nel bene confiscato a Salsomaggiore, Margherita Asta ha raccontato la strage di Pizzolungo e ha spiegato che la mafia non guarda in faccia nessuno e colpisce tutti.
Muoiono i mafiosi, ma non muore la memoria. Non dimentichiamoci mai che cosa hanno fatto. E non perdiamo mai la memoria delle vittime innocenti di mafia. Perché la mafia non guarda in faccia nessuno, la mafia colpisce tutti. Nella strage di Pizzolungo, furono uccisi una madre di 30 anni, Barbara e due fratelli di 6 anni, Giuseppe e Salvatore, nell'attentato al giudice Carlo Palermo. Questa canzone è dedicata a loro, a tutte le vittime innocenti di mafia, a tutte le persone, come Margherita Asta, sorella di Giuseppe e Salvatore, che oggi si battono per la verità, per non dimenticare, per avere una società libera dalle mafie.La canzone è stata scritta dagli studenti dell' Unione degli Universitari – UdU Parma e dai pensionati dello SPI CGIL Parma nel laboratorio "Aria Pulita" nella villa confiscata di Berceto, da Victoria Inioluwa Oluboyo, Paolo Bertoletti, Enrica Pranteddu, Mirella Cerri e Luigi Bianchi, con Corrado Turilli e Gabriella Corsaro
Pubblicato da SPI CGIL Parma su Martedì 21 novembre 2017
La canzone è stata composta dai pensionati dello Spi Cgil e dagli studenti dell’Udu – Unione degli universitari di Parma, durante il secondo laboratorio antimafia “Aria Pulita”, dentro la villa confiscata alla camorra di Berceto, che si è svolto l’11 e 12 settembre scorso. Il video del brano è stato presentato al palazzo dei congressi di Salsomaggiore durante l’iniziativa “La legalità si nota”, organizzata dal sindacato pensionati della Cgil, alla presenza dell’assessore regionale alla cultura e legalità Massimo Mezzetti, del segretario nazionale dello Spi Cgil Ivan Pedretti e del sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore.
La canzone è cantata da Victoria Oluboyo, studentessa di giurisprudenza, che ha partecipato per l’Udu a entrambi i laboratori di Berceto, da Gabriella Corsaro, il cui zio, Giuseppe Rechichi, è vittima innocente di mafia e da Paolo Bertoletti, segretario generale dello Spi Cgil di Parma. Chitarre e arrangiamento musicale di Corrado Turilli. Alla scrittura del brano hanno collaborato anche Enrica Pranteddu, Mirella Cerri e Luigi Bianchi.