Truffa ai danni dei lavoratori. Una denuncia è stata presentata oggi in Procura a Parma dall’avvocato Andrea Ronchi per conto delle rappresentanze sindacali impegnate nella difficile vertenza aperta il 29 settembre scorso con la procedura di licenziamento collettiva per chiusura dello stabilimento di Parma del gruppo Froneri, partecipato al 50% dalla Nestlè.
Forse un unicum a livello nazionale la denuncia per truffa nei confronti dei vertici di un’azienda che decide di chiudere battenti. La questione sulla quale si chiede alla Procura della Repubblica di indagare e di perseguire gli eventuali responsabili è quella che risale allo scorso luglio. I sindacati di categoria – sulla base di certi sentori – hanno chiesto un incontro alla Froneri per avere lumi sul futuro dello stabilimento di Parma. L’azienda, in quel caso, in piena stagione produttiva dei gelati, ha negato qualsiasi rischio chiusura e licenziamenti. Anzi, avrebbe pure minacciato serie conseguenze contro chi continuava a far circolare quelle voci definite prive di fondamento.
Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo, che già il 29 settembre – finito il clou della stagione dei gelati – i sospetti sono diventati realtà con l’avvio della procedura di licenziamento. Per i sindacati di categoria, questa altro non sarebbe che una truffa ai danni dei lavoratori. E su questo dovrà indagare adesso la Procura della Repubblica di Parma.
Prossimo incontro, ultimo in programma, fra azienda, parti sociali e istituzioni, lunedì 13 novembre. Intanto Froneri, in una nota, ribadisce le agevolazioni offerte ai lavoratori, ben 120, che perderanno il loro impiego.
Froneri Italy “desidera ricordare che la decisione di chiudere il proprio stabilimento produttivo nella città è accompagnata dalla volontà di garantire ai dipendenti interessati dall’operazione (complessivamente 120 persone) soluzioni attive, immediatamente attuabili per una riduzione dell’impatto sociale conseguente, quali: un sostegno di natura economica, un percorso a fini di outplacement, possibilità di trasferimento presso il sito produttivo a Ferentino (Frosinone). Questa volontà dell’azienda è già stata più volte dichiarata alle organizzazioni sociali che partecipano alla vertenza Froneri come chiara linea guida per lo sviluppo dell’iter previsto dalla legge italiana in materia di mobilità del lavoro“.
“Froneri – prosegue la nota – si augura dunque di proseguire il confronto con le parti sociali e arrivare a una specificazione delle soluzioni sopra menzionate che sia perfettamente in linea con il profilo di bisogno dei singoli lavoratori coinvolti. La convocazione delle organizzazioni sociali è stata fatta per il 13 novembre quale ultimo incontro nella prima fase dei 45 giorni prevista dalla normativa. Anche in questa prossima occasione, Froneri ribadirà quanto sopra nella speranza di favorire la massima chiarezza in merito alla propria posizione riguardante il sito di Parma. Questa posizione, lo ricordiamo, si colloca nel contesto della costruzione di condizioni per la sostenibilità del business di Froneri in Italia, che prevede investimenti nel sito produttivo di Ferentino, un’area economicamente e socialmente depressa”.
Troppo poco per sindacati ed operai.