L’eredità dei nostri padri, uno dei temi fondanti di ogni società, ovvero il rapporto tra Tradizione e Innovazione, tra Padri e Figli, tra Passato e Futuro; l’eredità di quel Padre che rappresenta la responsabilità dello stare nel mondo, la linea guida, la direzione da intraprendere. Ma quale è oggi questa direzione? Che mondo ci hanno consegnato i nostri Padri? Quali sono le nostre responsabilità rispetto al domani? Domande vibranti che lacerano le coscienze e che attraversano la creazione letteraria e teatrale fin dagli albori. È questo il nucleo palpitante della nuova produzione di Fondazione Teatro Due, Littoral di Wajdi Mouawad, messo in scena da Vincenzo Picone in Prima Nazionale a Teatro Due il 4 novembre alle 20.30 (in replica il 5 novembre alle 16, l’ 11 novembre alle 20.30 e il 12 novembre alle 16).
Wajdi Mouawad è uno degli autori più interessanti della nuova drammaturgia europea. Nato in Libano nel 1968, si è trasferito in Francia e poi in Quebec, prima di ritornare convertito in drammaturgo di successo in Europa. Artista poliedrico, Mouawad è al contempo scrittore, drammaturgo, regista e attore; in Canada e in Francia, dove è stato nominato Chevalier de l’Ordre National des Arts et des Lettres, è considerato uno degli autori di teatro contemporaneo più importanti degli ultimi anni. Il suo testo Incendies è stato riadattato nel film “La donna che canta” del cineasta Denis Villeneuve, ottenendo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2011. E dal 2016 è direttore di uno dei maggiori teatri nazionali parigini, il Théâtre La Colline.
Littoral (1997), insieme a Incendies e Forêt forma la trilogia Le sang des promesses che ha come centro nevralgico il tema dell’Eredità. Wilfrid è il giovane protagonista di un viaggio di ricerca e di formazione, un’ odissea necessariamente dolorosa che vede il suo principio con l’inaspettato compito di seppellire il corpo di un padre mai conosciuto. Inizia da qui un percorso ironico, grottesco e a volte surreale in cui Wilfrid si muove nei meandri della sua memoria accompagnato da un fantomatico cavaliere – memoria della sua infanzia perduta – da una troupe cinematografica, che continuamente interrompe la sua ricerca cercando di fissare i suoi ricordi in un montaggio filmico, e dallo stesso padre ormai defunto che lo accompagna verso il luogo della sepoltura, la terra natia dei suoi avi.
Qui, in un luogo abbandonato e distrutto dalla guerra Wilfrid incontra altri ragazzi come lui, altri giovani che hanno perso il Padre e che per diventare gli uomini di domani devono fare i conti col proprio passato, con la propria infanzia, con le proprie origini. Attorno al protagonista di Littoral ruotano tre personaggi fondamentali della letteratura e del teatro occidentali: Edipo, Amleto, e Il principe Myškin de L’Idiota. Tutti personaggi giovani che portano sulle spalle, più o meno consapevolmente, il peso dell’Eredità. Il loro rapporto col Padre sostanzia tutta la loro ricerca e determina le loro azioni.
Un gruppo di attori molto giovani, Davide Gagliardini, Silvia Lamboglia, Luca Nucera, Gian Marco Pellecchia, Giulia Pizzimenti, giocano tutto il testo dividendosi di volta in volta il percorso di Wilfrid, come se il suo processo di ricerca e di cambiamento fosse quello di tutta una generazione. Attorno a questi aleggia la presenza di un personaggio onirico (Emanuele Vezzoli) che accompagna Wilfrid e rappresenta il suo legame con l’infanzia, e il Padre defunto che è cadavere ma anche memoria personale e storica (Massimiliano Sbarsi), in cerca di essere perdonato e di una degna sepoltura.