Salsomaggiore, 14enne autistico cade a scuola. La famiglia: non è stato solo...

Salsomaggiore, 14enne autistico cade a scuola. La famiglia: non è stato solo un incidente

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Un ragazzo con problemi di autismo sarebbe stato spintonato dai compagni di scuola e candendo si è fratturato l’omero di un braccio. Probabilmente dovrà essere operato. E’ accaduto a Salsomaggiore. La triste storia di insensibilità di cui spesso sono vittima i ragazzi più deboli è stata raccolta da Gazzetta di Parma.

Lo sfortunato protagonista è un ragazzo di 14 anni, iscritto in un istituto superiore in cui vanta anche una buona media con voti compresi tra 7 e 8 nelle varie materie. Secondo lo sfogo della madre – pubblicato da Gazzetta – il ragazzo è caduto a scuola non per un semplice incidente come l’istituto avrebbe riferito, ma perché preso di mira da altri studenti. Non solo, la famiglia – sempre secondo il racconto della donna – sarebbe stata avvertita almeno un’ora e mezza dopo che il ragazzo si era rotto il braccio.

Una situazione sulla quale la famiglia vuole vederci chiaro e si sarebbe già rivolta a un avvocato per compiere tutte le azioni necessaria all’accertamento della verità.

Indipendentemente da tutto questo, però, rimane purtroppo il trauma per un 14enne, bravo ragazzo, che ha solo qualche problema dovuto all’autismo e nulla più.

1 COMMENTO

  1. Salsomaggiore: solidarietà ai docenti Parmensi bersagliati

    Ancora una volta nel Parmense si “spara” aprioristicamente contro gli insegnanti della scuola scuola statale, basta il minimo episodio per inferire contro la categoria che è lasciata sola da un Ufficio Scolastico Regionale silente di fronte agli attacchi, anzi quando interviene agisce contro e non per aiutare i docenti.
    Questa volta l’amaro calice arriva da Salsomaggiore: la colpa dei poveri docenti sarebbe quella di aver avvertito “in ritardo” la famiglia di uno studente che aveva avuto un infortunio apparentemente di lieve entità, in pratica secondo chi si lamenta dovevano interrompere la frequenza scolastica di un allievo, che fino a 16 anni è obbligatoria, senza che questi richiedesse di avvertire la famiglia perché al momento non lamentava particolari acciacchi. Solo dopo si è appurato che avesse un braccio rotto. Ovviamente la versione dei docenti non è ritenuta attendibile, solo quando fa comodo si tratta di “pubblici ufficiali con poteri autoritativi e certificativi”. Tutti sono credibili tranne che gli insegnanti.
    Siamo stanchi di queste continue mancanze di rispetto per l’autorità docente, se quegli insegnanti avessero ripreso energicamente gli altri ragazzini che, speriamo involontariamente, hanno causato l’infortunio esercitando così il loro sacrosanto ius corrigendi, avrebbero corso anche il rischio di avere delle contestazioni penali come le recenti “mode” parmensi insegnano.
    Anzi, quasi nessuno ricorda che i danni causati da minori devono essere rifusi dai genitori.
    I dirigenti scolastici ovviamente in linea con i loro superiori dell’Ufficio Scolastico Regionale, quasi sempre, tendono a scaricare qualsiasi parvenza di responsabilità sui docenti, anello debole della catena, soli contro tutti. Erroneamente si fa credere che esistono ancora i “vice presidi” figure soppresse da anni, al massimo oggi ci sono “collaboratori dei dirigenti” che vengono chiamati ancora ala vecchia maniera ma che non hanno rappresentanza legale.
    Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti, afferma: “Pretendiamo che le persone quando si rivolgono agli insegnanti dei loro figli assumano un atteggiamento compunto, rispettoso dell’autorità statale”.

    Gilda degli Insegnanti Parma

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