Endometriosi, incontro mercoledì 18 a Collecchio con i medici Rolla e Gualerzi

Endometriosi, incontro mercoledì 18 a Collecchio con i medici Rolla e Gualerzi

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In Italia 3 milioni di donne ne soffrono, nel mondo sono ben 150 milioni, ma questa patologia è ancora piuttosto sconosciuta e purtroppo sottovalutata. L’endometriosi è una malattia subdola e cronica, di cui non si conoscono le cause e non esistono cure definitive, né percorsi medici di prevenzione. Di certo c’è soltanto che cambia radicalmente la vita di chi ne soffre.

Per mercoledì 18 ottobre, alle 20.30, presso il Comune di Collecchio in viale Libertà 3, il Gruppo Ape (Associazione Progetto Endometriosi) di Parma ha organizzato una conferenza per parlare di tutto ciò che riguarda l’endometriosi: diagnosi, terapia, dolore, infiammazione, alimentazione e stile di vita. L’endometriosi è una malattia dolorosa e in alcuni casi invalidante, recentemente inserita nei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza). Interverranno Martino Rolla, responsabile dell’Ambulatorio Endometriosi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Massimo Gualerzi, cardiologo e direttore sanitario di Terme di Salsomaggiore, e Jessica Fiorini, vicepresidente Ape Onlus. Un importantissimo momento di informazione e approfondimento per capire davvero cos’è l’Endometriosi, quali sono i sintomi, come si arriva alla diagnosi e quali sono le terapie mediche disponibili, fondamentale inoltre sapere come uno stile di vita sano e una corretta alimentazione possano influire positivamente sull’infiammazione e quindi alleviare il dolore. La partecipazione alla conferenza è aperta a tutti e gratuita (info: [email protected]).

Dal 2005 l’Ape Onlus – un gruppo di donne affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno, conforto e aiuto – è impegnata nella campagna di sensibilizzazione per informare e aiutare le donne ad affrontare una malattia dolorosa e invalidante. Occorrono molti anni per avere una diagnosi certa e spesso è necessario più di un intervento chirurgico. L’endometriosi lavora in silenzio e può occludere le tube, creare aderenze, distorcere gli organi riproduttivi, provoca dolori forti durante il ciclo e l’ovulazione, dolori durante o dopo i rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti, perdite intermestruali, colon irritabile.

Le testimonianze sono tante e diverse: c’è chi dopo un intervento di “pulizia” ottimale è riuscita ad avere un figlio; chi grazie alla terapia ormonale può condurre una vita quasi normale; c’è chi invece ha subito danni pesanti (dalla resezione intestinale alla perdita di un rene); chi deve fare i conti con un danno chirurgico permanente e convivere con la vescica neurologica o con un ano artificiale (il cosiddetto sacchetto). 3 milioni di donne vogliono essere riconosciute dalla Società e non essere abbandonate a se stesse, come se la malattia non esistesse. L’unico modo per combattere è informare. Incontri di sostegno, conferenze pubbliche, cene sociali, formazione nelle scuole, tavoli informativi sono tra le iniziative proposte in tutta Italia dai gruppi di volontarie dell’ Ape Onlus.

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