Alle associazioni parmigiane di volontariato operanti nell’ambito della disabilità non è piaciuta affatto l’esclusione dalla progettazione degli interventi previsti dalla legge 112 meglio nota come “Dopo di Noi”. Anzi, ben sette associazioni coordinate da Cristiana Torricella, vicepresidente dell’Anffas di Parma, dopo l’incontro avuto lo scorso 19 settembre con l’assessore al welfare Laura Rossi, in qualità di presidente del Distretto, esprimono disagio per essere state chiamate a quella che definiscono “una generica condivisione delle scelte operate dallo stesso nell’utilizzo dei fondi Regionali assegnati per la prima fase di attuazione delle L. 112/2016 (meglio noto come ‘Dopo di Noi’), sulla base del DGR 733/2017″.
Secondo le associazioni sarebbe stata violata la norma che impone il coinvolgimento del terzo settore nelle scelte e nella progettazione degli interventi finanziati.
“I tempi e le modalità di convocazione dell’incontro – sostiene Cristiana Torricella – non hanno consentito il reale coinvolgimento delle Associazioni fin nella fase di progettazione e la possibilità di tener conto di alcune esperienze, sperimentazioni e studi condotti sul nostro territorio, così come invece espressamente previsto dal Decreto attuativo (DGR 733/2017), dimostrando ancora una volta di non considerare le Persone con disabilità e chi le rappresenta quali validi interlocutori. A questo proposito, sottolineiamo che i Tavoli dei Piani di Zona, luogo d’elezione della progettazione partecipata, da 6 anni non vengono più convocati”.
Ma al di là del metodo, alle associazioni la questione non va giù neppure nel merito. “Le Schede di programma proposte – prosegue la nota – sono semplici enunciazioni di principi e buoni propositi, di aspettative generiche e di interventi aspecifici. Secondo le indicazioni del Legislatore i progetti dovrebbero essere nuovi e innovativi, mostrando una progettazione ancorata a solidi principi di evidenza capace di consentire una precipua rendicontazione e una democratica valutazione degli esiti (personali, funzionali e clinici). Ci troviamo invece di fronte alla ri-presentazione (sotto mentite spoglie) di progettualità già in essere, considerando la DGR come mera fonte integrativa di finanziamento”.
Le associazioni non hanno quindi accettato il documento proposto dall’assessore Rossi e chiederanno presso le sedi competenti che siano avviate le opportune verifiche su quanto fatto nel Distretto di Parma.
“Pensando alle Persone con disabilità – conclude Cristiana Torricella – l’unica via che è possibile perseguire è quella di una progettazione a lungo termine basata su dati pubblici e su procedure allineate alle indicazioni scientifiche. Questo approccio, noto come “Progetto di vita” deve divenire la base per una programmazione dei sostegni offerti dai territori che sia rispettosa dei diritti dei cittadini e che sia coerente nel tempo proprio perché ancorata a principi e valori inalienabili”.
Alla luce delle dichiarazioni pubblicate ieri e stamane su alcune testate locali, in cui un nutrito gruppo di associazioni in prima linea nel supporto alle persone con disabilità denuncia la gestione locale della legge 112/2016 (meglio nota come Dopo di Noi), crediamo che alcune considerazioni siano dovute.
In altri termini, il Comune ha disatteso la disciplina di settore, che ha quale tratto fondamentale e qualificante la pianificazione necessaria al fine di disegnare il sistema integrato di interventi e servizi sociali, di definire i livelli essenziali, di assicurarne la fruizione alle persone e alle famiglie, di valorizzare gli apporti che le diverse soggettività potranno fornire.
Da quanto segnalato appare chiaro che non è stata data l’opportunità all’associazionismo e terzo settore, che nella nostra città è notoriamente un valore aggiunto, di partecipare attivamente alla programmazione dei progetti che andranno a formare il tessuto del servizio sociale del prossimo triennio. E’ un fatto grave, che denota non solo superficialità nella gestione del settore sociale, ma pone anche problemi in merito a scelte politiche che devono essere finalizzate alla costruzione di progetti individuali impostati con la dovuta partecipazione e con un adeguato supporto scientifico.
Tale atteggiamento comunale avrebbe quindi ripercussioni sulla assegnazione dei fondi da parte della regione Emilia- Romagna, per la cui erogazione non si potrà tener conto dell’apporto di coloro che quotidianamente operano per il bene di persone più fragili, che hanno diritto al supporto dei servizi nella nostra città.
Poiché, infine, si parla di un ulteriore delegato del Sindaco per le problematiche afferenti alla disabilità, ci auguriamo che la designazione venga effettuata con il maggior coinvolgimento di chi opera nel settore.
Per questi motivi, come gruppo PD, abbiamo chiesto la convocazione urgente della Commissione consiliare servizi sociali su questo tema.
Lorenzo Lavagetto, Daria Jacopozzi, Sandro Campanini
Consiglieri comunali Partito Democratico
Mi unisco all’appello di Laura Cavandoli e dei colleghi consiglieri della Lega Nord per un maggiore coinvolgimento delle associazioni dei disabili e delle altre forze politiche nel momento in cui si prendano decisioni su un tema così delicato come l’individuazione delle attribuzioni e dei compiti del Delegato alla disabilità e sull’intera progettualità in materia. L’amministrazione non commetta lo stesso errore del passato di arroccarsi nel palazzo in modo sdegnato davanti alle richieste di maggior coinvolgimento fatte da associazioni che operano nel settore da anni. Noi di Parma Unita – Centristi siamo disponibili al dialogo ed a dare il nostro contributo in termini di proposte come abbiamo sempre fatto, anche nella precedente consiliatura.
Fabrizio Pezzuto
Parma Unita- Centristi