La chiusura a tempo indeterminato del ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore continua a creare non pochi problemi alla viabilità e non solo ai pendolari. Il traffico, soprattutto quello pesante, intasa le arterie alternative per raggiungere la sponda lombarda del Po e la Provincia di Parma è stata costretta a correre ai ripari per evitare il rischio incidenti.
Il Servizio Viabilità comunica infatti che già da oggi, venerdì 15 settembre, viene istituito il limite di velocità di 50 km/h sulla strada provinciale 34 “Padana Orientale”, dal km. 1+650 (fine centro abitato di Colorno) al km. 4+800 (inizio centro abitato di Mezzano Superiore).
Una situazione al momento senza sbocchi possibili, almeno nel breve periodo, anche per la mancanza delle risorse necessarie nelle casse della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Parma. Si guarda quindi a Roma, ma i tempi si preannunciano comunque lunghissimi e la chiusura potrebbe prolungarsi anche per oltre un anno.
Intanto continuano gli attacchi sul fronte politico, dopo le diverse interrogazioni piovute sul tavolo del governo regionale. L’ultima in ordine di tempo, a nome di Forza Italia, arriva dalla capogruppo di Fidenza, Francesca Gambarini: “Non sembra possibile ma è la pura e semplice verità: nel 2017 attraversare il fiume Po e andare dall’Emilia Romagna alla Lombardia è quasi impossibile. La mazzata finale alla viabilità è stata la chiusura per almeno un anno del ponte tra Colorno e Casalmaggiore su una delle strade più trafficate del nostro territorio. Chiusura che si va aggiungere a quella del ponte tra Ragazzola e San Daniele Po, percorribile a singhiozzo, e che sta causando enormi disagi ai cittadini che si spostano ogni giorno per motivi di lavoro e a tutte le aziende e le realtà produttive della bassa parmense e della bassa cremonese. Per tutto questo dobbiamo ringraziare il Pd che da sempre governa l’Emilia Romagna. Mi spiego. Se la Regione Lombardia ha subito annunciato i fondi per eseguire i lavori, lo stesso non si può dire della Regione Emilia Romagna, convinta come al solito che l’Emilia finisca a Reggio Emilia. Il disinteresse mostrato in questi anni per questa parte di territorio ha fatto sì che la manutenzione dei ponti venisse totalmente trascurata ed oggi siamo arrivati al punto di avere strutture pericolanti e su cui è impossibile transitare. Lo voglio dire chiaramente: per tutto questo dobbiamo ringraziare il sig. Bonaccini e il suo predecessore Errani“.