Cariparma e Crédit Agricole, utili a 131 milioni e più solidità. Erogati...

Cariparma e Crédit Agricole, utili a 131 milioni e più solidità. Erogati 11.900 mutui in 6 mesi

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La semestrale 2017 di Crédit Agricole Italia, che ha in Cariparma il suo perno centrale (e comprende FriulAdria, CariSpezia, Crédit Agricole Group Solutions e Crédit Agricole Leasing Italia), conferma lo stato di salute del gruppo bancario. I conti approvati dal Consiglio di amministrazione presieduto da Ariberto Fassati e guidato dal Ceo Giampiero Maioli, parlano di un utile netto di gruppo pari a 131 milioni, in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo del 2016, accompagnato da Proventi Operativi Netti a 866 milioni (+1%), Oneri Operativi a 483 milioni (+1%), Risultato Gestione Operativa a 383 milioni (stabili) e costo del credito a 152 milioni (-12%).

Da segnalare inoltre la crescita del Patrimonio Netto di Gruppo a 5,1 miliardi (+5%), dei Crediti verso Clientela pari a 39,5 miliardi (+5%), della Raccolta diretta pari a 41 miliardi (+8%), della Raccolta gestita a 29 miliardi (+10%).

Per quanto concerne invece il ratio, il gruppo Crédit Agricole ha registrato al 30 giugno scorso un Cost/Income ratio a 55,6%, Roe al 5%, Rote al 8%, Common Equity Tier 1 a 11,1% e Tier Total a 13,4%.

I proventi operativi netti si attestano dunque a 866 milioni, in leggero aumento (+1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli interessi netti registrano una sostanziale tenuta rispetto al precedente esercizio (-2,0%) attestandosi a 462 milioni, evidenziando un trend in progressivo miglioramento (+2,4% T2-17/T1-17). La dinamica è legata essenzialmente all’attività di intermediazione con la clientela, e in particolare alla dinamica degli spread. Lato impieghi, la pressione competitiva determina una progressiva contrazione degli spread sia sulla nuova produzione che sullo stock in essere (rinegoziazioni e rimborsi anticipati), con un effetto negativo sul margine di interesse solo in parte mitigato dallo sviluppo dei volumi (in particolare mutui). Lato raccolta clientela, il contributo al margine di interesse, pur beneficiando della riduzione del costo delle forme a più lunga scadenza risulta penalizzato dalla presenza di limiti sostanziali alla discesa dei tassi su talune forme di raccolta a vista.

Le commissioni nette, che rappresentano il 43% dei proventi operativi (39% nel primo semestre 2016), sono pari a 370 milioni e risultano in crescita rispetto allo scorso anno (+9%): la flessione delle commissioni da attività bancaria commerciale (-9%) è stata più che compensata dallo sviluppo delle commissioni da gestione intermediazione e consulenza (+25%). Con riferimento a queste ultime, il dato beneficia dello sviluppo dei volumi di collocamento sia dei prodotti di risparmio gestito sia di credito al consumo, grazie principalmente alle sinergie con le società specializzate del Gruppo Crédit Agricole, tra cui Agos, Amundi, CA Assicurazioni e CA Vita.

Il contributo al conto economico del risultato dell’attività finanziaria (13 milioni di euro al 30 giugno 2017) evidenzia un forte decremento rispetto all’anno precedente (-21 milioni), per la minore possibilità di arbitraggi su titoli di stato rispetto a quanto effettuato nel corso del primo semestre 2016. Gli oneri operativi, pari a 503 milioni, sono in crescita di 16 milioni (+3,3%) rispetto al primo semestre 2016 ma stabili al netto delle componenti non operative. Nelle spese amministrative sono contabilizzati sia i contributi al Fondo di Risoluzione Unico (FRU), sia il contributo stimato per eventuali prossimi interventi sistemici (tra cui il piano di salvataggio delle due Banche Venete). Al netto degli oneri non caratteristici della gestione, il “cost/income” è pari al 55,6%, stabile rispetto all’anno precedente (+0,1%). Le rettifiche di valore nette su crediti si attestano a 152 milioni, in calo del -12% rispetto ai primi sei mesi del 2016. L’utile dell’esercizio (pari a 131 milioni) risulta come visto in crescita rispetto alla semestrale 2016 (+7%).

Le masse totali intermediate superano i 135 miliardi di euro, con una crescita del +4,8% rispetto a giugno 2016. I crediti verso la clientela al 30 giugno 2017 ammontano a 39,5 miliardi di euro, in crescita del +5% a/a. Tale trend è sostenuto sia dai mutui che si attestano a 23,4 miliardi (in particolare mutui casa alle famiglie – oltre 11.900 le erogazioni da inizio anno, +7% rispetto al primo semestre 2016) sia dalle altre forme di finanziamento destinate al sostegno delle imprese (+6%).

Risultano in calo l’incidenza sia dei crediti deteriorati netti sia delle sofferenze nette sul totale dei crediti verso clientela, rispettivamente pari al 6,9% e al 3,1%, grazie anche alla riduzione dei nuovi flussi di ingresso a deteriorato (-44%). Contestualmente, risultano in miglioramento rispetto a fine 2016 anche i livelli di copertura dei crediti deteriorati (da 42,2% a 44,2%) e delle sofferenze (da 57,9% a 58,7%). Il totale delle cessioni di NPL (prestiti non performanti) del semestre, inclusivo della cessione in blocco perfezionata nel mese di giugno, ammonta a circa 100 milioni. Si segnala inoltre che sono in corso di finalizzazione ulteriori cessioni per circa 96 milioni di esposizione lorda.

A giugno 2017 le masse totali di raccolta, pari a 96 miliardi sono aumentate del +4,8% rispetto al primo semestre 2016, per effetto della crescita delle componenti di raccolta diretta (+8%) e di risparmio gestito (+10%). Lo sviluppo della raccolta diretta (che al 30 giugno 2017 si attesta a 41,2 miliardi di euro), è stato trainato dai conti correnti, le cui giacenze sono salite a 30,4 miliardi (+16,5%), a dimostrazione della propensione della clientela verso forme di deposito più liquide. Con riferimento alla raccolta in titoli l’attività del Gruppo si è concentrata sull’emissione di Covered Bond che, grazie al crescente apprezzamento registrato sul mercato, consente di stabilizzare la raccolta su lunghe scadenze ed a costi vantaggiosi: nel 2017 il Gruppo ha collocato ulteriori 1,5 miliardi di obbligazioni bancarie garantite; lo stock di prestiti obbligazionari unsecured risulta invece in contrazione (-45%): il contesto di tassi bassi porta la clientela a preferire prodotti con possibilità di maggior rendimento, in particolare prodotti di risparmio gestito.

La raccolta indiretta a giugno 2017 risulta pari a 55 miliardi di euro, in crescita del +2,8%. All’interno dell’aggregato in aumento il risparmio gestito (+10%), per effetto della crescita di tutte le sue principali componenti (+14,1% i Fondi e le Gestioni Patrimoniali e +7,4% i prodotti assicurativi). In flessione il trend della raccolta amministrata (-4,9%).

La solidità patrimoniale si conferma adeguata con un Common Equity Tier 1 all’11,1%, con attività ponderate per il rischio che rimangono stabili (la dinamica dell’aggregato ha visto, a fronte dell’incremento degli impieghi sia Retail che Corporate e riduzione degli impieghi verso banche, una sostanziale compensazione dovuta principalmente al miglioramento della qualità del credito) ed un Total Capital Ratio al 13,4%, cui si aggiunge una posizione di liquidità più che soddisfacente, con un indicatore di LCR ben al di sopra del 100%.

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