Più che pulire, ripulivano l’azienda per la quale lavoravano. Nel mirino tablet, telefoni e Pc portatili. Un’attività che doveva andare avanti da qualche tempo, ma il titolare dell’azienda che si trova nella prima periferia della città se ne è accorto soltanto lo scorso 5 luglio. L’uomo non può infatti non notare che il tablet che aveva lasciato la sera prima sulla scrivania per consegnarlo a un dipendente, non cera più. Il sospetto è diventato quasi certezza dal successivo inventario che ha messo in evidenza come altri 24 apparecchi tra tablet, I-Pad, telefoni e 7 Pc portatili, per un valore di oltre 15.000 euro, avevano preso misteriosamente il volo.
L’imprenditore si è quindi rivolto alla Polizia e le telecamere di sicurezza hanno svelato il mistero: 2 persone, intorno alle 7:20 dello stesso 5 luglio, entrano nell’azienda per pochi minuti e quando escono è evidente che uno di loro nasconde qualcosa sotto la maglia. Grande la sorpresa del titolare dell’azienda nel riconoscere due persone piuttosto fidate: P. M., 50 anni, e C. W., 36, dipendenti di una società che effettua lavori all’interno dell’azienda.
Intercettati sul furgone della ditta all’uscita dell’azienda, gli agenti hanno chiesto ai due dipendenti di mostrare i propri telefoni cellulari: dalla verifica dei codici IMEI, entrambi sono risultati rubati proprio nella ditta nella quale lavoravano. Nell’auto di P. M., inoltre, sono stati trovati un tablet, un telefono ed un Pc portatile. Gli investigatori della Sezione Antirapine si sono recati anche presso le abitazioni dei due dipendenti “infedeli” – una in provincia e l’altra in centro città – dove hanno rinvenuto un ingente quantitativo di dispositivi elettronici tutti provenienti dai magazzini della ditta del denunciante: 16 tablet, 8 Smart Phone, 5 Pc portatili che sono stati sequestrati insieme a 20 risme di carta per fotocopiatrice, carta fotografica, lampada cattura insetti, uno scatolone di rotoli di carta igienica e svariato altro materiale tutto dell’azienda.
Dalle indagini è emerso che anche R.A., 53 anni, sempre dipendente della società, aveva la disponibilità di un Pc portatile rubato dall’azienda. Davanti agli agenti della Mobile, però, il 53enne ha subito restituito il computer ed ha rivelato che gli era stato dato da P.M., quindi non lo avrebbe rubato. Tutto il materiale sequestrato è poi stato restituito al legittimo proprietario. I tre dipendenti sono stati invece denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Parma