Bimba di 8 mesi mangia peperoncino, salvata in sala operatoria al Maggiore

Bimba di 8 mesi mangia peperoncino, salvata in sala operatoria al Maggiore

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Gattona da pochi mesi la piccola Inaaya, quando accidentalmente inala  un frammento di peperoncino raccolto da terra. Un pezzettino di 12 millimetri che diventa fatale per le sue vie respiratorie, tanto da portarla nel giro di alcune ore nella sala operatoria dell’ospedale Maggiore di Parma, dove è stata salvata con la rimozione di quel frammento.

La bimba, di appena 8 mesi, vive con la mamma e il papà nella provincia di Reggio Emilia, ed è stata trasferita d’urgenza a Parma dopo che gli esami diagnostici eseguiti nell’ospedale reggiano avevano mostrato una notevole espansione del polmone sinistro, evidente segno di gravi difficoltà respiratorie.

È il primo intervento che eseguiamo su una bimba  di questa età, delicatissimo e molto complicato – spiega Maria Majori, pneumologo interventista dell’Unità operativa di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – perché le vie aeree di un paziente di 8 mesi sono estremamente ridotte, circa 5 millimetri di calibro, e gli strumenti da usare sono quindi di piccole dimensione; bisogna intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente. La bimba –continua Majori–  è stata operata con una procedura estremamente complessa, la broncoscopia rigida, utilizzando strumenti  che dovevano essere in grado sia di far ventilare la  pazienta sia di permetterci di effettuare la procedura di estrazione”.

Insieme a Majori  sono intervenuti in sala operatoria Federico Buzzi, Emanuele Sani e Daniele Barantani, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, Matteo Pagani, medico della Pneumologia ed Endoscopia toracica, il personale Infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell’Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.

Proprio nella Struttura di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell’Ospedale di Parma, diretta da Angelo Giani Casalini, appena 4 mesi fa la dottoressa Maria Majori aveva operato nell’arco di 24 ore tre bimbi di età compresa tra i 10 mesi e i 2 anni. Interventi che sono stati discussi scientificamente, ai primi di giugno, in occasione dell’ultimo congresso nazionale dell’Associazione italiana pneumologhi ospedalieri AIPO, dove la stessa Majori ha spiegato la tecnica e le manovre di estrazione del corpo estraneo particolarmente complicate, soprattutto per i bambini sotto al primo anno di vita.

L’età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca.

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