Il Tiro a segno Nazionale di Fidenza è stato alleggerito di oltre 180 mila euro. Lo ha stabilito la Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, che ha condannato l’ex presidente Sergio Valesi, 63 anni, a risarcire l’ente fidentino e l’Unione Italiana Tiro a segno per complessivi 183.893,19 euro, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi. Condannato anche l’ex consigliere Aldo Galli, 61 anni, ma soltanto per 2.137 euro. Completamente prosciolta, invece, la segretaria dell’ente, Daniela Di Padova, 36 anni, alla quale è stato riconosciuto il risarcimento delle spese legali.
A citare i vertici del Tiro a segno di Fidenza è stata la Procura presso la Corte dei Conti sulla base di una informativa della Guardia di Finanza di Salsomaggiore che avrebbe riscontrato la distrazione di diverse somme di denaro, uscite dalle casse dell’ente di via Croce Rossa fra il 2007 e il 2011 senza che vi fossero i dovuti documenti giustificativi. Le Fiamme gialle sono intervenute tra il 2011 e il 2013 su richiesta della Procura della Repubblica di Parma che aveva aperto un fascicolo sulla base della querela presentata da un socio.
Secondo la denuncia, il denaro del Tiro a segno di Fidenza sarebbe stato prelevato dalla cassa contante o attraverso l’utilizzo del bancomat e del postamat, carte che avrebbero dovuto essere nell’esclusiva disponibilità del presidente Valesi. L’esame degli estratti conto avrebbe poi convinto i finanzieri della non regolarità di alcune operazioni.
Diverse di queste operazioni venivano indicate nella contabilità dell’ente con generiche diciture, come “lavori poligono”, “manutenzione locale” e “spese varie ed impreviste”, senzsa però che vi fossero fatture o altri documenti fiscali giustificativi. Dall’indagine effettuata dalla Guardia di Finanza, inoltre, risulterebbe che alcune delle somme sarebbero state utilizzate per scopi diversi da quelli di interesse del Tiro a segno di Fidenza, come rifornimento carburante, osterie e ristoranti, supermercati, medicinali, officine meccaniche e gommisti, biglietti ferroviari e persino ricariche telefoniche anche per utenze private non riguardanti l’associazione e costate 1.455 euro.
Ma una delle voci più rilevanti riguarda la mancata registrazione nella contabilità dell’ente di entrate per 90.985 euro, attraverso la mancata emissione di 6.002 ricevute. I finanzieri lo hanno scoperto incrociando il registro delle presenze al poligono fidentino con i registri contabili dell’associazione. Le singole spese imputate al fondo economato, non supportate da idonea documentazione sono state quantificate in 66.981,36 euro. Per un totale complessivo che supera di poco i 186 mila euro. Somma che in buona parte, secondo la Corte dei Conti, dovrà risarcire il presidente Sergio Valesi non solo e non tanto per aver gestito male i fondi del Tiro a segno nazionale, quanto perché nel ruolo di vertice avrebbe dovuto vigilare e denunciare eventuali comportamenti anomali da parte di altri nella gestione complessiva dell’ente fidentino.