Due anni e 6 mesi di reclusione per Cesare Agresti, un anno e 10 mesi per Luciano Canu. I due dovranno anche pagare, rispettivamente, multe 2.000 e 1.644 euro. Queste le pene patteggiate davanti al gup Mattia Fiorentini dai due indagati nell’ambito della vasta inchiesta che nel marzo scorso ha portato gli inquirenti a sgominare una banda sarda che progettava persino di sequestrare la salma di Enzo Ferrari.
A Traversetolo erano stati fermati Cesare Agresti e il figlio Stefano accusati di ninascondere in una cantina un centinaio di armi da guerra per conto della banda, mentre l’obbligo di dimora era scattato per Luciano Canu, residente a Montechiarugolo ma di fatto domiciliato a Marano.
Ben più complessa la posizione degli altri indagati. La banda si occupava infatti anche di spaccio di droga, partite che a volte sarebbero state acquistate da esponenti della ‘ndrangheta in cambio proprio di armi.